Attenzione attenzione, all’interno dei post Giochi e Curiosità viene fatto un uso smodato e compulsivo della fantasia! Si invitano pertanto i lettori a leggere con occhi di bambino e a considerare le mie sicure affermazioni con le dovute precauzioni.
Viaggiando con due marmocchie al seguito è necessario inventarsi continuamente qualcosa per far passare veloce il tempo che ci vuole per raggiungere i posti (intendo qualcosa che non sia lo schermo di uno smartphone) e poi per coinvolgerle nel viaggio e magari riuscire anche ad insegnare loro giocando…
Questi erano tutti i buoni propositi che aleggiavano nella mia testa quando, un giorno di qualche anno fa, stavo raccontando l’ennesima storia inventata di sana pianta alla mia bimba di cinque anni.
“Mamma, dai, adesso stai esagerando, in questa favola ci sono troppe fate!”
Inutile dire che per me le fate nelle favole non sono mai troppe. Comunque quel giorno è stato un po’ una presa di coscienza: ho un serio problema nella gestione della fantasia.
Funziona così: mi piacciono tanto le storie e la storia (anche quella vera, che si studia a scuola) per cui prima di partire faccio un po’ di ricerca, di solito leggendo trovo un argomento che mi incuriosisce e così cerco qualche riferimento qua e là fra libri e internet.
Ma di solito ciò che trovo non mi soddisfa mai. Mi sembra che manchi sempre qualcosa.
Per esempio, se si parla di un re nessuno ti dice se era simpatico o no oppure cosa pensasse mentre passeggiava in giardino…e così non resisto, mi saltano agli occhi troppe mancanze e io reagisco “ricamandoci sopra”.
E allora accade che pur partendo da una leggenda “vera” (ma esistono?!) spesso la mia fantasia prende il sopravvento e porta il racconto verso lidi inesplorati…e spesso non troppo veritieri!