Giochi e Curiosità: Matera e l’acqua.

Il rapporto di Matera con l’acqua è antichissimo e lo raccontano anche le sue pietre chiare battute dal sole. Passeggiando nelle stradine tortuose qualche occhietto attento non farà fatica a scovare le conchiglie fossili che si nascondono nelle pietre delle abitazioni e sul selciato. Infatti, la pietra nella quale è scavata la città e che viene di solito chiamata tufo, in realtà è una pietra arenaria definita calcarenite che grazie alla sua origine marina spesso ci regala fossili e conchiglie che emergono silenziosi dopo migliaia di anni. Quindi noi ora passeggiamo all’aria aperta, ma qualche migliaio di anni fa per fare due passi su queste terre avremmo dovuto avere le branchie, perché dove ora c’è Matera prima c’era il mare!

Ma c’è un’altro aspetto nascosto di questa città, sempre legato all’acqua: il complesso impianto di ingegneria idraulica inventato e costruito dagli antichi abitanti dei Sassi. Un’opera ingegneristica impressionante, invisibile dalla superficie, grazie alla quale nel 1993 la città di Matera è stata iscritta nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco.

Matera è una delle città più antiche del mondo, forse la terza dopo Aleppo e Gerico. I primi insediamenti risalgono a circa 10.000 anni fa e da allora l’essere umano vi ha sempre abitato, e non a caso. Infatti, malgrado l’aspetto torrido, questa terra in realtà è ricchissima di acqua, che scende dai colli circostanti ma scorre velocemente via, senza poter essere trattenuta dal terreno. 

Quindi, per impedire all’acqua di disperdersi, nel corso dei secoli gli abitanti hanno scavato enormi cisterne ipogee tutte collegate tra loro da vasi comunicanti. Un complesso sistema di canali e pendenze permetteva alle cisterne e ai pozzi delle abitazioni di riempirsi senza sprechi: una volta raggiunta la capienza massima delle cisterne al livello superiore, il sistema di vasi comunicanti permetteva all’acqua di raggiungere le cisterne delle abitazioni ai livelli inferiori.

Ma anche l’acqua piovana non andava sprecata e anche i sistemi di incanalamento di queste acque erano davvero all’avanguardia e molto “green” come si direbbe oggi. Un tempo infatti non si buttava via niente e tutto veniva riciclato. Così, tra i vari supporti per i coppi utilizzati come canaline dell’acqua, se si presta attenzione, si possono trovare anche… delle ossa di bovino!

Simona Gelardi

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