Se vi capita di passeggiare fra le assolate stradine di Pomarico, fate un esperimento: arrivate in piazza e chiamate a gran voce “Mighè!”. Probabilmente si volteranno almeno due terzi dei presenti!
San Michele Arcangelo infatti è il patrono ed in suo onore la prima settimana di maggio si svolge la principale festa del paese, una rievocazione storica chiamata “Il miracolo del grano” che risale alla metà del 1700.
La leggenda è ambientata in un periodo particolarmente funesto per il paese, con la popolazione allo stremo, decimata da alluvioni, frane, carestie e pestilenze. In quelle grandi difficoltà, un giorno un signore di bell’aspetto si recò da un commerciante barese presentandosi come tale Michele di Pomarico per ordinare otto carri di grano, offrendo in pegno il suo anello decorato con una grossa pietra preziosa. Pur conoscendo la situazione di grave indigenza del paese, il venditore ebbe fiducia di questo sconosciuto, trasportò quindi il grano a Pomarico e lo depositò all’ingresso del borgo, sul Colle di Sisto. La notizia fece rapidamente il giro delle contrade e tutti corsero con qualsiasi mezzo a disposizione fin sopra al colle. La fame era tanta e tanta la disperazione, così ognuno cercò di prendere quello che poteva tra gli spintoni, nella calca generale, lottando l’uno contro l’altro. Dovettero infine intervenire i gendarmi, ma era rimasto un solo traino di grano che fu scortato fino al sagrato della Chiesa Madre, dove i sacchi furono distribuiti fra la gente più povera. Tutti chiedevano al commerciante di descrivere le fattezze di questo Michele di Pomarico che gli aveva commissionato la fornitura di grano. Di “Michele” anche allora in paese ce n’erano tanti ma il commerciante non riusciva a riconoscere in nessuno degli abitanti le fattezze del bel signore con cui aveva parlato.
Quando ormai si era arreso, entrò in chiesa per pregare prima di riprendere la strada del ritorno ma, giunto di fronte alla statua dell’Arcangelo Michele, riconobbe proprio nel suo volto il gentile mercante.
Allora tutti si accorsero che al dito del Santo mancava l’anello col brillantino e gridarono al miracolo. Il mercante, emozionato per essere stato inconsapevole interprete del miracolo, rimise l’anello al dito del Santo e rinunciò al grano e al pagamento.