Milano e dintorni. Ricordi (e cimiteri) in un malinconico weekend – Crespi d’Adda Brescia Cremona Dicembre 2021

Venerdì 3 dicembre 2021 Montemurlo-Lodi

La mia amica del cuore da bambina abitava vicino a Milano. Ci eravamo conosciute al mare in Liguria ma ci vedevamo anche nel corso dell’anno, approfittando delle vacanze di scuola. A volte scendeva lei in Toscana e a volte salivo io. Quei brevi soggiorni erano un’avventura, preparavo la valigia e mi immergevo nel suo mondo dove era normale pronunciare la “è” aperta nella parola magliètta e festeggiare Santa Lucia anziché Babbo Natale.

Mi ricordo che durante il giorno facevamo delle meravigliose pedalate lungo l’Adda, nel naso il profumo dell’erba tagliata intorno alle cascine, ma nel fine settimana il suo papà ci portava a Milano. La mia Firenze era grande ma Milano era immensa. 

La prima cosa che ricordo della città è il Duomo. A Firenze in piazza accanto al Duomo ci sono il Battistero e il Campanile e tanti colori, il bianco e il verde dei marmi, il rosso dei tetti. Qui invece c’è un enorme merletto bianco che si staglia imponente al centro della piazza, nessun’altro edificio vicino a rubargli la scena. 

Milano aveva un’eleganza diversa, un po’ altera, come di chi ti guarda con aria di sufficienza e corre via indaffarato…e poi in quei giorni non c’erano mamma e papà a tenermi per mano, ero da sola e mi sentivo una grande responsabilità a tenere alto il vessillo del Granducato in terra straniera! 

Eppure mi ci sono sempre sentita bene, perché in fondo qui in Lombardia sono un po’ brontoloni ma infine accolgono tutti.

Per questo il viaggetto verso Milano e dintorni mi scatena molta emozione, sono luoghi per me legati ai ricordi d’infanzia, posti del cuore, d’elezione.

Da grande ci sono tornata solo di passaggio, per qualche concerto e qualche anno fa per visitare l’Expo, ma non conosco affatto la città.

Oggi poi ho un altro legame con Milano, perché ormai da una decina di anni ci abita la mia sorellina. Così approfitterò delle sue dritte (e del parcheggio sotto casa sua!) per una breve visita che vuole essere un po’ sopralluogo. Perché come tutte le grandi città, Milano merita di andarci, tornarci e ritornarci…quindi, partiamo! 

Ci siamo messi in viaggio poco prima di cena e arriviamo piuttosto tardi in zona. Stasera abbiamo solo voglia di fare una bella dormita così ci fermiamo presso un’area di sosta gratuita a Lodi. 

Domattina presto Milano ci aspetta.

Sabato 3 dicembre 2021 – Milano 

(Duomo-Galleria Vittorio Emanuele II- Teatro alla Scala – Brera- Giardino Botanico – Planetario)

Stamattina presto abbiamo parcheggiato il camper sotto casa di zia Eleonora che ci aspettava per colazione con caffè e focaccine calde. La fermata della metro è vicinissima per cui, ben rifocillati, ripartiamo subito verso il centro.

Milano in due giorni ci impone di stabilire alcune tappe irrinunciabili, una di queste è ovviamente il Duomo. Abbiamo prenotato on line l’ingresso che ci permette di visitare l’interno e l’esterno, salendo fino alle guglie.

Si potrebbe salire anche in ascensore…si potrebbe, ma io sono un po’ fifona riguardo agli ascensori e poi salire i 251 gradini della scala a chiocciola con la mascherina fpp2 ben calzata sul naso può rivelarsi un esperienza quasi mistica. Si arranca fino in cima poi si riprende fiato, si alzano gli occhi al cielo e si vede la Madonnina dorata. Che però c’è davvero, proprio accanto a noi.

Il tetto del Duomo di Milano è il tetto calpestabile di una cattedrale gotica più esteso al mondo, ben 8 000 metri quadrati! 

Sotto di noi il panorama mozzafiato di Milano e tutto intorno un ricamo di pietra chiara intessuto di un’infinità di guglie, doccioni, oltre settecento figure diverse e più di tremila statue che adornano l’edificio. Ci sono elementi naturali con foglie, piante o animali, angeli di ogni genere e santi in preghiera, facce con ogni tipo di espressione e addirittura oggetti che, almeno all’apparenza, con l’iconografia sacra non c’entrano niente, come una racchetta da tennis o dei guantoni da boxe. 

Bisogna aguzzare bene la vista perché nascosto tra queste mille figure c’è anche il drago Tarantasio…

Giochi e Curiosità: il drago Tarantasio

Dalle stesse scalette scendiamo e rientriamo in Duomo.

Come sempre gli interni delle cattedrali, ampi e sovraccarichi di cose, mi creano una tale confusione mentale che non riesco mai a goderli appieno. Non ho altra scelta che concentrarmi sui particolari, sulle piccole cose curiose che fanno sorridere.

Ho letto da qualche parte che sul soffitto c’è una lucina rossa che segnala il punto esatto in cui viene custodito uno dei chiodi della croce di Cristo. Con la mia vista da falco occhialuto trascorro almeno cinque minuti a naso in sù cercando inutilmente, fin quando lo individua Asaria, che ha appena alzato la testa, proprio al centro dell’abside.

Tornando verso l’ingresso sul pavimento si trovano alcune mattonelle decorate con i segni zodiacali. Sono le decorazioni dell’antica meridiana. Nella prima campata sud infatti c’è un foro che lascia passare la luce solare per illuminare di volta in volta i segni zodiacali, a seconda del mese dell’anno.

Oggi, grazie al calendario riportato sui segni in Duomo, risolviamo una diatriba familiare che dura da tredici anni, l’età di Asaria. Lei infatti è nata il 21 giugno, una data a cavallo fra i due segni cancro e gemelli e, forse perché in effetti non siamo dei grandi appassionati di oroscopo, non abbiamo mai capito di che segno zodiacale sia. Qui il segno Cancro riporta la data di inizio dal “21 VI” quindi per me ormai è assodato: questa è l’indicazione fondamentale nel caso in cui mia figlia volesse iniziare a leggere l’oroscopo.

Appena usciti dal Duomo ci raggiungono gli zii. Rispetto a stamattina l’aria non si è scaldata minimamente e si gela, per cui Michele deve fermarsi a comprare cappellino e guanti di lana che ha dimenticato a casa. La scusa è ottima per noi “ragazze” per entrare in uno dei grandi magazzini accanto al Duomo e gironzolare per un’oretta di shopping.

Per l’aperitivo Milano si incontra all’interno dell’elegante salotto della Galleria Vittorio Emanuele II. Noi abbiamo fretta (cerchiamo di adeguarci all’uso locale di correre senza tregua) per cui niente aperitivo. Ci fermiamo però a cercare sul pavimento il famoso mosaico raffigurante il Toro, perché sembra che porti fortuna compiere tre giri completi su sé stessi con un piede posto proprio sopra gli attributi dell’animale.

Il nostro giro prosegue fra le strade del quartiere Brera. Brera è considerato il quartiere artistico di Milano, fra vie strette e piazzette dall’aria bohémienne, gallerie d’arte e palazzi eleganti, una zona tranquilla e piacevole dove passeggiare a piedi. Eppure siamo nel cuore della caotica Milano, dieci minuti a piedi dal Duomo, passando accanto al Teatro alla Scala.

Qui si trova anche la famosa Pinacoteca di Brera, che insieme a quella del Castello Sforzesco, noi rimandiamo alla prossima gita milanese.

Brera nasconde anche un’altro segreto inaspettato. L’ Orto Botanico di Brera è un “giardino segreto” in pieno centro. Noi ci siamo stati qualche anno fa con le bimbe piccolissime, quando è stato ristrutturato e riaperto con finalità didattiche. Non è perfettamente curato ma forse anche per questo è un luogo romantico e suggestivo, adatto per una boccata d’ossigeno profumato di erbe officinali.

Per il pranzo ho chiesto ai nostri due ciceroni milanesi di portarci a mangiare qualcosa di tipico e ci ritroviamo da Maui, praticamente alle Hawaii, davanti ad una coloratissima ciotolina di poké.

La cucina di Milano (ma probabilmente quella che ora è più diffusa e assolutamente fashion) ormai guarda ad oriente ma nessun problema per noi che veniamo da Prato e che abbiamo incluso il riso alla cantonese nel novero dei prodotti tipici.

Oggi pomeriggio mia sorella ha insistito per portarci al planetario. Io non sono per niente “scienziata”, per cui questa proposta non mi attrae molto, ma poiché siamo ospiti (peraltro anche numerosi, ingombranti e pretenziosi…) mi pare carino acconsentire.

Così scopro che il planetario non è solo un delizioso edificio in stile neoclassico.

Il planetario è in realtà un macchinario, un particolare tipo di proiettore che utilizza come schermo una cupola semisferica per riprodurci le immagini del cielo stellato.

Il primo spettacolo disponibile è quello per bambini. Dopo le prime presentazioni di rito le luci si spengono lentamente e mentre sul soffitto inizia ad illuminarsi il cielo stellato, diminuisce di pari passo la mia aria di sufficienza. Con il camper ci è capitato spesso di parcheggiare in luoghi sperduti, con poche luci intorno e di avere la speciale possibilità di goderci un cielo stellato impossibile da vedere in città. Ma qui si può fare una magia. Nel planetario possono essere riprodotti i cieli veramente esistenti di tutto il mondo, aurore boreali e stelle cadenti. Non si tratta di una semplice osservazione guidata del cielo ma di un viaggio intorno al mondo da una prospettiva che non avevo mai preso in considerazione. È stato davvero emozionante, per le bimbe e anche per me e alla fine avevo anche la lacrimuccia. Per stavolta mi tocca dar ragione a mia sorella…

Civico Planetario Ulrico Hoepli con Associazione L’Officina del Planetario prenotabile on line.

Tutte le info su lofficina.eu

Stasera approfittiamo dell’ospitalità di Eleonora e Alessandro per fare una lunga doccia calda…il camper ha tutte le sue comodità, inclusa la nostra grande doccia a cabina, ma impone tempi ristrettissimi. Mi fa sempre riflettere sull’importanza di preservare le preziose risorse della natura e spesso ho usato l’esempio del cassone dell’acqua del camper per far capire alle bimbe che niente è inesauribile. Però stasera sono rientrata infreddolita come un ghiacciolino e ogni tanto bisogna anche coccolarsi un po’… Mentre l’acqua scorre sento una musica, mi sembra lontana, penso ad un locale notturno qui vicino. Invece si tratta del dj-set d’eccezione di mio cognato, che con la sua consolle ci fa da sottofondo musicale fino a cena…che scoperta ! 

Trascorriamo la notte nel parcheggio sotto casa di mia sorella perché logisticamente è davvero comodissimo ma è tanto rumoroso, ed io passo la notte a sobbalzare ogni volta che un’auto ci passa accanto…

Domenica 4 dicembre 2022 Milano

(Cimitero Monumentale – Piazza Gae Aulenti – Bosco Verticale – Navigli – Metro Arcobaleno Porta Venezia)

Il clima di questi giorni ci ricorda costantemente che siamo a nord. Usciamo tardi, cercando di sfruttare le ore più calde della giornata, imbacuccati in sciarpe e cappelli. Passiamo l’imponente Castello Sforzesco e raggiungiamo la nostra prima tappa, il Cimitero Monumentale. 

Visitiamo subito il Famedio o “Tempio della Fama”, alla ricerca di nomi famosi. Qui riposano coloro che si sono distinti per meriti letterari, artistici, scientifici o che comunque sono stati importanti per la storia del nostro Paese. Qui, per esempio, è sepolto Alessandro Manzoni, il primo ad essere traslato nel Famedio.

A me piace passeggiare nei cimiteri, ho un’indole un po’ inglese che mi porta a sentire questi luoghi come posti di riflessione e di pace, per i vivi e non solo per i morti.

Il cimitero è davvero molto bello e noi ci divertiamo a vagare fra le tombe immaginando vite, morti e commentando le architetture di ogni costruzione, mentre Asaria si segna i nomi più particolari per i personaggi delle sue storie su wattpad…in effetti sembriamo un po’ Mimmo al cimitero con la nonna, in “Bianco Rosso e Verdone”…

Riprendiamo la metro direzione Isola.

Una passeggiata nel quartiere Isola è un salto nel futuro, un futuro molto green. Passiamo in mezzo alle fontane sul pavimento di Piazza Gae Aulenti, accanto a noi il Solar Tree, un lampione che quando cala la sera si accende grazie all’energia solare raccolta durante la giornata.

Pochi passi e di fronte a noi si staglia uno dei grattacieli più belli e famosi del mondo, il Bosco Verticale. Amato o criticato a me piace tantissimo, sia dal punto di vista estetico che concettuale; riempie gli occhi con il suo verde all’apparenza indomito e l’idea di sostenibilità, un polmone verde che non “ruba” spazio alla città ed anzi la arricchisce.

Oggi per pranzo mi sono impuntata di voler mangiare qualcosa di veramente tipico che non sia sushi o che comunque non necessiti di bacchette. Ho tutti contro, fortunatamente mi viene in aiuto mio cognato Alessandro (avrà qualcosa da farsi perdonare?!) che prenota con The Fork presso Anche, in zona Isola.

La prenotazione è un po’ tardi, così finalmente c’è il tempo di prendere un aperitivo, il famoso camparino che l’ultimo strillo in tema di brindisi sembra abbia riportato in gran auge.

Mentre le bimbe si scatenano un po’ nei giardini di Parco Biblioteca degli Alberi (proprio all’ombra del Bosco Verticale) noi quattro grandi ci strizziamo ad un bancone nel corridoio di ingresso di Gorille, un posticino minuscolo che fa cocktail deliziosi.

Infine anche l’attesa per il ristorante vale la pena. Le ragazze prendono una cotoletta che sembra un’immensa regione Lombardia impanata e fritta, io e mia sorella un risotto giallo.

In questi giorni siamo l’incubo dei ristoratori, due celiache di cui una anche intollerante al lattosio. Ma qui si riscatta il fatto di essere in una grande città, perché dovunque sono pronti a soddisfare tutte le esigenze. E così, due ottimi risotti, cotti per noi a parte senza glutine e lattosio.

Riprendiamo la metro e scendiamo a porta Genova, ad un passo dai Navigli.

Fra mille negozietti, nella cornice romantica di questo passeggio d’eccezione, si dimentica il tempo. Asaria e io ci perdiamo in uno storico negozio di dischi, a guardare le vecchie copertine ed è l’occasione per acquistare il regalo per papà, un album dei Beatles da far suonare nel vecchio giradischi. Poi la mia divoratrice di libri mi abbandona, completamente rapita dalla super promozione di una libreria: dieci euro e puoi riempire una borsetta di stoffa con tutte le pagine che riesci ad incastrarci. Passano ore prima di riuscire a tirarla fuori.

Alice invece convince Michele ad affrontare una fila lunghissima per comprarle un orrendo intruglio che punta da mesi: il bubble tea…che sorseggia beata per tutto il pomeriggio.

Rientrando con la metro scendiamo un po’ prima, alla fermata porta Venezia, per fotografare l’allestimento arcobaleno, fatto per Milano Pride e divenuto un omaggio permanente alla bellezza di tutte le “unicità”…e noi si sa, amiamo tutti i colori del mondo!

https://video.gazzetta.it/video-sanremo2022-drusilla-foer-monologo-unicita/1ae341c4-8592-11ec-9e92-eac0f0cfd1f5

Lunedì 5 dicembre 2022 Crespi d’Adda – Brescia

Ieri sera abbiamo salutato i nostri gentilissimi ospiti e siamo ripartiti presto.

Nella mattina visitiamo Crespi d’Adda, Patrimonio Unesco dal 1995.

Si tratta del villaggio operaio meglio conservato d’Europa, un vero e proprio museo a cielo aperto di archeologia industriale. L’accesso al villaggio operaio è gratuito e l’area si può visitare anche in autonomia ed in un altro periodo dell’anno è sicuramente una bella girata da fare in bicicletta, sia perché l’area è piuttosto vasta e poi perché forse una bella pedalata potrebbe contrastare un pochino il clima malinconico che qui avvolge un po’ tutto. Comunque noi percorriamo a piedi le ordinate strade fra le casette, il bel panorama dall’alto della casa del medico e scendiamo fino ad uno di luoghi più emblematici del paese, il cimitero.

Rieccoci. Forse noi abbiamo un po’ la fissa, però qui si comprende davvero la filosofia alla base del progetto di Crespi e le traversie della vita dell’epoca. I prati centrali del camposanto, concepito in stile anglosassone, con i loro piccoli cippi, tutti rigorosamente uguali perché sepolti a spese dell’azienda; le prime file tutte occupate da bambini perché a quel tempo il tasso di mortalità infantile era davvero molto elevato; tutto intorno il paese abbandonato e…basta, direi di ripartire. 

https://www.crespidadda.it/

Crespi è stata una gita davvero molto interessante ma ci ha decisamente intristito e la voglia adesso è di un po’ di sana…superficialità! Nel tardo pomeriggio arriviamo in centro a Brescia, una bella passeggiata ed una cioccolata calda sono l’antidoto necessario per allontanare la depressione di Crespi d’Adda. Brescia è una città molto elegante, si passeggia volentieri fra le vetrine e i monumenti illuminati per le feste e così ci viene voglia di restare fuori ancora un pochino. E poi io voglio assaggiare il Pirlo, il tipico e tradizionale aperitivo della provincia di Brescia, ma soprattutto confesso….stasera non ho proprio voglia di avvicinarmi ai fornelli!

Seguiamo il consiglio di una commessa di un negozietto in centro che ci indica un locale molto carino per un aperitivo un po’ “rinforzato”, Belle Epoque (molto gentili e molto trendy, ma niente senza glutine, a parte gli alcolici…!)

Martedì 6 dicembre 2021 Brescia – Cremona

Dal parcheggio al centro c’è una bella passeggiata di un quarto d’ora che io sfrutto per raccontare incessantemente alla mia disgraziata famiglia tutto ciò che ho trovato sulla storia di Brescia.

In qualche modo è un’attività utile, potrebbe essere che ascoltino qualcosa ma comunque, anche solo per sfuggirmi, camminano tutti velocissimi senza lamentarsi della distanza.

Nel nostro percorso attraversiamo Parco Torri Gemelle e passando a gran velocità, fra le panchine laterali ne noto una con una statua: una donna con una ragazzina addormentata, sembrano stanchissime. Si tratta di un’opera di Domenico Ghidoni, intitolata “Gli Emigranti”…i primi del novecento purtroppo sono ancora così attuali…

Iniziamo la visita da Brescia antica, la Brixia di epoca romana. Alcuni scavi relativamente recenti infatti hanno riportato alla luce i resti dell’antico Foro, praticamente intatto, ed una basilica di epoca romana. Un complesso archeologico monumentale che è stato dichiarato Patrimonio UNESCO, poiché conserva i maggiori edifici pubblici di età romana di tutto il nord Italia.

Una sorpresa davvero inaspettata in una città che ho sempre pensato quasi esclusivamente legata all’industria moderna.

Da qui risaliamo fino al Castello, una bella passeggiata lungo una salita tutta puntellata di pietre d’inciampo (oltre 430) dedicate alle vittime del terrorismo e della violenza politica.

All’interno del Castello è ospitato il museo delle armi che a noi non interessa, per cui visitiamo solo l’esterno e il camminamento panoramico, con l’aiuto dell’audio guida scaricabile con la app all’ingresso.

Rientrati in centro la nostra prima attività è cercare il faccione senza naso (Mostasù dèle Cosére) un antico rilievo con una storia buffa, situato in un punto ben preciso del centro, murato all’angolo tra corso Goffredo Mameli e contrada delle Cossere. Peccato che noi non riusciamo a trovarlo!

Così, anche se non ci meriteremmo alcun premio, cerchiamo un posto dove scaldarci un po’ e fare la nostra tradizionale seconda colazione. L’occhietto di falco di Alice (che ha la dispendiosa dote di intercettare ciò che di più costoso può esserci vicino a lei) individua il Caffè Impero, un antico locale che fa parte del circuito caffè storici.

Il Duomo è proprio accanto a noi. O meglio, i Duomi. Perché qui non si sono accontentati di una cattedrale, ne hanno volute due, una estiva ed una invernale, tanto che la piazza antistante viene comunemente detta “delle due cattedrali”. Si tratta di due edifici molto diversi, il Duomo Vecchio è una basilica risalente all’XI secolo con una forma particolarissima da cui gli è derivato il nome “La Rotonda”, uno dei pochi esempi di basilica romanica a pianta circolare. Il Duomo Nuovo invece è un’elegante cattedrale seicentesca di sontuoso marmo bianco. Purtroppo entrambi chiudono alle 11:45 per cui dobbiamo accontentarci di vederli solo dall’esterno…

Giochi e Curiosità: Brescia, il Mostasù dèle Cosére.

Giochi e Curiosità: Brescia antica, un tavolino “corinzio” in piazza.

Nel pomeriggio arriviamo a Cremona.

In questi giorni ho cercato di contattare la mia amica Lucia ma purtroppo non siamo riuscite ad incrociarci poiché lei nel fine settimana rientra a Cremona ed in settimana è a Milano dove lavora. Peccato, ci dovremo riprovare! Comunque mi ha dato degli ottimi consigli su Cremona, soprattutto gastronomici… e noi non aspettiamo altro che metterli alla prova!

Cremona è una città egualmente ricca di storia e di golosità e, anche se la tentazione sarebbe quella di andare subito a comprare il torrone dalla storica Pasticceria Lanfranchi (da qui il papà di Lucia ci mandava i mitici torroncini che ogni Natale io sgranocchiavo in quantità fino a farmi venire il mal di pancia…) resistiamo ed entriamo prima in Duomo, poiché altrimenti più tardi rischieremmo di trovarlo chiuso. Scelta oculata con il senno di poi…

Piazza del Comune è il cuore di Cremona, ospita la cattedrale ma anche, appunto, il medievale Palazzo del Comune, il Battistero e l’elegante Loggia dei Militi, dove viene conservato l’emblema della città e che in questo periodo è splendidamente illuminata.

Ma tra tutti gli edifici che si ergono intorno spicca il Torrazzo, la più alta torre medioevale italiana, 111 metri di altezza sormontati dal campanile (la ghirlanda) e da un grande orologio astronomico.

Ormai è sera e noi rimandiamo a domattina la visita alla torre e al Museo del Violino.

Con il buio vale la pena godersi le splendide luminarie con i versi delle canzoni di Mina che adornano le strade del centro.

Restiamo a cena fuori in uno dei tanti ristoranti sotto i portici, in realtà presso l’unico che non mi era stato consigliato, Pane e Salame, scelto soltanto perché era il primo ad aprire per cena…ma come pensavo qui è difficile sbagliare e infatti mangiamo benissimo.

Niente sushi, solo piatti tradizionali. Stasera affronto formaggi e bollito (che dire, devo per forza, sono naturalmente gluten free!) accompagnati dalla temibile mostarda di Cremona.

Stanotte avrò gli incubi ma ne è valsa la pena!

Mercoledì 7 dicembre 2021 Cremona – casa

Ieri sera siamo andati a letto piuttosto tardi (almeno per le nostre abitudini da orsi bruni) e stamattina ciondoliamo un po’, complice il silenzio. Strano silenzio. Apriamo la finestra per fare entrare un po’ di luce…sta nevicando! Fiocconi grandi e grossi scendono lenti e stanno già imbiancando la strada. Le previsioni danno addirittura un peggioramento, per cui saltano tutti i nostri programmi. Stamattina avremmo dovuto fare un’ultimo giro a Cremona, per visitare la Torre e il Museo del Violino e nel primo pomeriggio volevamo provare a raggiungere Sabbioneta.

Invece ci rimettiamo in viaggio e affrontiamo una bella bufera di neve in autostrada. La tempesta si placa un pochino appena superato Sasso Marconi e ne approfittiamo per fermarci per un pranzo veloce. Il nostro amico camper ce l’ha fatta anche stavolta…dal tetto cadono blocchi di neve ghiacciata e le ragazze gli saltellano intorno raccogliendoli come se vedessero la neve (sporca peraltro!) per la prima volta.

E io me lo immagino che dentro di sé sorrida e si gongoli per quanto è stato bravo…anzi, super!

Simona Gelardi

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