Una Germania da favola – La Strada delle fiabe e le città della grande Storia.

La Germania è una terra che mi affascina da sempre. Da bambina al mare i miei compagni di gioco erano spesso bimbi tedeschi in vacanza. A me rimanevano simpaticissimi, con i loro modi spartani e diretti e la loro alimentazione discutibile fatta di würstel e patatine. Arrivavano in campeggio a bordo di furgoncini Westfalia colorati, restavano qualche giorno, giusto il tempo di insegnarci l’un l’altro qualche parola nelle rispettive lingue (octopus, fisch, meer, e sì…anche qualche immancabile parolaccia) e poi ripartivano per qualche altro posto, in Italia o chissà dove. Il loro concetto di vacanza per me era la quintessenza dell’avventura e direi che è chiaro che il mio amore per la vita da camper arrivi proprio da lì.

Così siamo stati in Germania varie volte, anche in camper, lungo la meravigliosa Romantische Strasse, la “Strada Romantica” dei castelli da fiaba.

In questa ultima settimana invece abbiamo percorso un’altra strada “da favola”, quella fra i paesini della Foresta Nera, fra fronde verdi e fitte, casette dai tetti spioventi e muri a graticcio, che fanno da scenografia alle fiabe dei fratelli Grimm.

Della Germania mi affascina tanto anche la storia ed il ruolo che questa terra ed i suoi abitanti hanno avuto nella grande Storia da sempre, anche prima dei terribili eventi della Seconda Guerra Mondiale. Così, dopo esserci lasciati alle spalle Friburgo e la magia dei paesaggi incantati della Foresta Nera, il nostro viaggio proseguirà con varie tappe, senza una logica troppo precisa, ma con l’intento di toccare alcune delle più famose regioni tedesche, come Baviera e Sassonia e Brandeburgo. L’idea è di vedere con i nostri occhi la Germania della Storia, in visita ai luoghi che l’hanno vista passare, Norimberga, Berlino e Dresda. Poi, se il tempo lo consentirà, cercheremo di proseguire fino ad Amburgo e approfittarne per raccontare ancora qualche favola bella, percorrendo un altro pezzettino della strada delle fiabe dei fratelli Grimm, puntando per il rientro le città di Brema e Kassel.

Giovedì 3 agosto – Ulm

Fra il trekking di ieri l’altro a Gutenbach e la giornata di ieri trascorsa interamente a passeggio in città, gli ultimi due giorni sono stati davvero stancanti. Per cui stamattina ce la prendiamo comoda: sveglia tardi e grandi pulizie settimanali (che poi ormai, con l’aiuto delle ragazze, il tutto si riduce ad una mezz’oretta), carico/scarico e ripartiamo. La nostra prossima tappa sarà la città di Ulm, che si trova piuttosto in linea con l’obiettivo di salire verso nord, a Norimberga, da dove proseguiremo il nostro viaggio con alcuni amici di camper. Troviamo un bel parcheggio alberato dietro le piscine comunali. Subito a fianco si svolge una pista ciclabile lungo il Danubio, che arriva fino in città.

L’aria ormai ha già il frizzante della sera ma noi ci avventuriamo lo stesso con le bici. Ormai siamo piuttosto “tedeschizzati” (basti dire che Alice ha deciso che sandalo e calzino sono un’accoppiata comodissima ed ormai irrinunciabile) ma una differenza fra noi e gli autoctoni salta subito all’occhio: la nostra vicina di camper ha inforcato la sua bici in mezze maniche, io invece ho già indosso un paio di strati di materiale termico e nello zaino, ben ripiegato, il mio fedele maglione di pile a collo alto. Facciamo ingresso in città dalla porta medievale che apre sulla piazza del Municipio: mi è sembrato il punto di partenza ideale per una visita ad Ulm, qui infatti si possono raccontare due belle storie che hanno come argomento i due punti di forza di questa città, ovvero la splendida architettura e l’ottimo cibo.

Giochi e Curiosità: Ulm, la leggenda della torre pendente.

Giochi e Curiosità: Ulm, la Cattedrale e la leggenda del passerotto architetto.

Trascorriamo la serata in città, passeggiando fra le strade ed i canali del Fischerviertel, ovvero l’antico quartiere dei pescatori e dei conciatori. Il quartiere è tutto un susseguirsi di bellissimi scorci romantici fra le rive del Blau, le cui acque qui si diramano e si riuniscono fra i riflessi verdi dei salici e sembrano creare un unico mondo fra terra, acqua e cielo…fra le increspature dell’acqua che accolgono il riflesso delle case e il cielo di stasera, verso cui si lanciano i rami degli alberi che si calano dalla riva…una magia. Qui, fra ponticelli e casette a graticcio che sembrano traballare sull’acqua, cerchiamo la Schiefes Haus. Si tratta di un albergo, e le sue pareti sbilenche gli hanno fatto attribuire dal Guinness World Records il titolo di hotel più storto del mondo.

Stasera ci fermiamo per la nostra prima vera cena tedesca. Qui, nella patria della cucina sveva, considerata una delle più succulente e golose del Paese, davvero non restiamo delusi: le ragazze si dividono una sorta di valdostana con ribes e patate mentre io e Michele affrontiamo un’enorme spalla di maiale al forno, con canederli (che sono fatti di pane, quindi solo per Mic) e insalata di cavolo. Ce la presentano direttamente in teglia, immersa nel suo sughetto sfrigolante, con la carne morbidissima difesa da una croccante corazza di cotenna. Tutto meravigliosamente buono ma pesantissimo! Inutile poi tentare di rimediare con una tisana al limone in tarda serata…

Venerdì 4 agosto – Ulm

Anche stamattina la nostra sveglia è comoda. Va bene, è evidente che in questi giorni siamo dei pelandroni ma stamani cerchiamo di smaltire un po’ di sensi di colpa (e anche qualcuna delle calorie ingurgitate ieri sera) raggiungendo di nuovo il centro di Ulm in bicicletta. La nostra prima tappa è la statua di Einstein, che si trova nel quartiere universitario, appena fuori dal centro. La città di Ulm infatti ha dato i natali al grande scienziato, che qui è ricordato con una scultura davvero particolare: le fattezze del suo volto sono rappresentate sulla faccia di una lumaca che sormonta, con il suo guscio, un razzo in partenza. La cosa mi ha incuriosita parecchio e mi sono andata a cercare qualche spiegazione on line. Fra le varie idee a me è piaciuta quella che ipotizza una sorta di richiamo alla necessità della lentezza per un corretto ragionamento (la lumaca ) ed insieme vuole essere un monito all’uomo e al suo voler manipolare l’evoluzione per i propri interessi (il razzo che è per l’appunto frenato dalla stessa lumaca). Noi comunque, giusto per restare attinenti alla necessità della lentezza, ci mettiamo un bel po’ a trovare la statua. Per verità facciamo un inutile giro lungo il fiume, un percorso molto bello ma che ci porta decisamente fuori strada e solo dopo una mezz’ora di pedalata riusciamo ad arrivare alla meta. Ode al Q.I. del nostro amico Albert, decisamente molte spanne sopra di noi, anche solo in versione statua.

Come sempre però, le peregrinazioni in viaggio non sono mai inutili. Per puro caso, peregrinando fra le ciclabili del lungo fiume, ci imbattiamo nella Berlinger Turm, una piattaforma verticale piuttosto alta ed inclinata di circa 10 gradi. L’altezza regala una magnifica vista ma l’inclinazione dà un senso di instabilità tale che, soprattutto in discesa, si ha quasi la sensazione di cadere!

A questo punto, già stremati dalla pedalata lungo il Danubio, ci lasciamo tentare da una seconda colazione tedesca al Café Einstein, accanto all’università. Qui servono pretzel ripieni e cappuccino XXL: in pratica una tinozza da mezzo litro di caffellatte davvero niente male, da condividere con la famiglia!

Lasciate le bici appena fuori dal centro, proseguiamo la nostra visita a piedi, fra le stradine di Ulm, fino alla meravigliosa cattedrale gotica. Il campanile di Ulm, alto 161,53 metri, è ancora oggi il campanile più alto del mondo. Michele ed Alice hanno affrontato i 768 scalini che permettono di arrivare a circa due terzi della struttura mentre io ed Asaria, integerrime, abbiamo deciso di mantenere ben saldi i chili presi dalla cena di ieri sera e abbiamo atteso sedute comodamente sulle tante seggioline che si trovano a disposizione sparse per la piazza.

Rientriamo nel pomeriggio al camper, giusto in tempo per sfuggire fortuitamente ad una pioggia torrenziale. Appena dietro al nostro campeggio ci sono le piscine comunali. Niente a che vedere con le tristi vascone coperte all’italiana, dove fare giusto qualche bracciata: nella versione tedesca le piscine pubbliche sono fornite di scivoli e zone relax con sauna e idromassaggio. Inoltre, particolare di non poca importanza, permettono l’ingresso in autonomia ai ragazzi sopra gli otto anni…e così, ecco servito il pomeriggio per le nostre ragazze, che restano a sguazzare qualche ora mentre io mi prendo il tempo per qualche appunto di viaggio!

Sabato 5 agosto – Norimberga

Oggi il nostro obiettivo principale è incontrarci con gli amici di camper. Appuntamento nel pomeriggio a Norimberga, in chat abbiamo fissato proprio sotto la Quercia secolare (un punto di incontro molto intrigante ma completamente inventato, a Norimberga non esiste alcuna quercia secolare…). Ci alziamo all’alba perché dobbiamo fare anche una sosta in lavanderia e poi abbiamo davanti ancora circa quattro ore di viaggio. Grazie alla nostra super organizzazione ormai teutonica riusciamo a fare tutto in tempo e poco prima di pranzo siamo già parcheggiati in riva ad un laghetto, in un semplice parcheggio che però è proprio accanto alla tranvia.

Accogliamo gli amici sotto un albero stenterello del parcheggio – in effetti, come dicevo, non esiste alcuna quercia secolare a Norimberga ma, anche se l’alberello è misero, il nostro entusiasmo nel ritrovarsi anche in questo viaggio è gigantesco!

Una mezz’ora di tranvia e nel pomeriggio siamo già nel centro storico. Devo confessare che non avevo proprio voglia di fare questa sosta. Da una lettura superficiale della mia guida, Norimberga mi dava l’idea di una città enorme (quale in effetti è) legata strettamente alla storia moderna e quindi non proprio facile da visitare. Ed invece con la città di Norimberga per me è stato amore a prima vista. Quando sono arrivata nei miei occhi avevo le lugubri immagini in bianco e nero dei video e delle foto storiche delle adunate naziste ed invece ci siamo trovati in una città vivace, felice…ed in questi giorni anche tanto colorata! Già l’ingresso nel centro è inaspettato: attraversiamo un grande arcobaleno dipinto in terra sopra le strisce pedonali, davanti a noi si apre un tripudio di colori e voci. È il Pride, che in questi giorni sta colorando tutta la città. Così le immagini nei miei occhi si colorano, le nere adunate naziste spariscono, sostituite da gruppi di ragazzini festanti con i capelli colorati. La nostra passeggiata a Norimberga si conclude con una bella camminata lungo il colonnato dei Diritti. Si tratta di un’opera dell’artista Andy Karavan, dal valore più simbolico che architettonico: ventisette pilastri su ognuno dei quali è riportato un articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, in lingua tedesca e altre lingue. Arrivati in fondo, di fronte a noi c’è una distesa di bandiere multicolore… La nostra visita di Norimberga si è limitata al solo centro storico, l’Altstadt, ma è stata una delle città che al rientro mi porterò nel cuore.

Stasera si festeggia gli amici ritrovati e l’inizio di questo viaggio, per cui restiamo a cena fuori. A Norimberga sono famose le salsicce, strette e lunghe simili a dita, ma io ho un’altra idea. In questi giorni ho visto dappertutto un’infinità di cestini di finferli, i funghi tipici del periodo estivo e così chiedo qualcosa che sia senza glutine ma con i finferli. La povera Tania mi segue ma la nostra richiesta si risolve in una sottile frittatina gialla con qualche sporadico fungo…tristezza!

06 agosto domenica – Norimberga – Bamberg

Dedichiamo ancora una mattina a Norimberga per un’ultima visita al Museo delle Ferrovie Tedesche, aperto qui in ricordo della prima linea ferroviaria inaugurata in Germania, la linea Norimberga-Fürth. Si tratta di un’enorme esposizione su più piani, dove si trovano esposti modellismo ma anche veri e propri treni d’epoca. Fra questi spicca la carrozza dorata in stile rococò di Ludwig II, soprannominata non a caso “la Versailles su ruote”. Splendidamente decorata, con i soffitti affrescati e la carrozzeria oro e blu (il colore preferito di Ludwig…(come al Castello di Neuschwanstein) lascia decisamente a bocca aperta!

Info: https://www.dbmuseum.de/

Pranziamo al volo in camper e riprendiamo il viaggio di circa un’ora verso Bamberg. L’intero centro storico di Bamberg è patrimonio Unesco e noi vorremmo fare una bella passeggiata a piedi ma purtroppo oggi è prevista pioggia. Visitiamo l’interno del Duomo sperando che la pioggia si fermi ma purtroppo continua incessante. Con gli ombrelli aperti girelliamo per il pittoresco quartiere dei pescatori, dove le case, costruite sul fiume, sono dotate di approdi per le barche e poi riprendiamo la via del centro, nella vana ricerca di una birreria che ci ospiti per cena. Purtroppo l’idea è venuta a molti, inoltre oggi è anche domenica, per cui la città è pienissima di turisti, anche locali. Infine rinunciamo e rientriamo in camper. Fa un freddo ghiacciato e noi siamo rientrati zuppi di pioggia. Stasera mi gioco un piatto di tortellini in brodo e come centrotavola metto il nostro mini alberello di Natale da camper, il tutto coronato da foto di rito da inviare agli amici in Italia, che in questo momento probabilmente si godono il caldo al mare. Di Bamberg mi rimane poco negli occhi, mi accade così ogni volta che visito un posto con l’ombrello aperto, giusto l’idea di qualche strada con i negozi chiusi, marciapiedi bagnati e tanto freddo…

7 agosto lunedì – Bamberg

Visto che non siamo riusciti a goderci appieno la città, stamani cerchiamo di rimediare con qualche degustazione di birra. La “Schlenkerla” è una particolare birra affumicata famosissima nella zona. Siamo pronti per fare qualche degustazione e portarci a casa una bella scorta.

Troviamo un primo birrificio a pochissimi minuti dall’area di sosta. Purtroppo qui le visite guidate vengono fatte solo il giovedì ma noi non ci sconfortiamo e, nell’attesa del prossimo birrificio, acquistiamo diverse bottiglie di birra affumicata locale.

Giochi e Curiosità: Germania, Bamberg, La “Schlenkerla”.

Approfittiamo anche per una fermata al supermercato per la spesa. A parte la pasta e qualche bottiglia di sugo di pomodoro fatto in casa, nella nostra cambusa sono rimaste ormai poche tracce dell’Italia. D’altra parte uno dei miei divertimenti preferiti in camper è fare la spesa e provare qualche ricetta tipica direttamente in loco. Quindi la nostra lista della spesa di oggi prevede: spätzle, burro e formaggio, yogurt e muesli, frutti rossi in quantità e ciliegie in sciroppo. Oggi il menù prevede pranzo tipico tedesco in camper…vedremo!

Lungo il percorso verso Dresda incrociamo il magico paesino di Tüchersfeld. Se per il tema del nostro viaggio cercavamo qualche riferimento alle fiabe siamo arrivati nel posto giusto. Tüchersfeld non sembra reale, la sensazione è quella di trovarsi di fronte alla ricostruzione di qualche meraviglioso paesaggio descritto in un racconto popolato di fate e draghi. Potrebbero essere rimpiattati dietro a queste rocce dalle forme bizzarre; i picchi vertiginosi diventano le guglie del castello di un mago e, addossato alla maestosità delle rocce, si trova il minuscolo paesino di Tüchersfeld, con le sue deliziose case a graticcio decorate da fiori colorati. Dal parcheggio parte una breve passeggiata che porta alla base del picco più alto. Purtroppo anche stamattina pioviggina per cui il percorso è piuttosto fangoso. Io rinuncio subito dopo la prima scivolata ma la ciurma prosegue imperterrita e al ritorno mi racconterà di una vista spettacolare, su queste rocce vertiginose che in realtà sono ciò che resta di un’antica scogliera, un ricordo lontano di quando qui le fiabe si sarebbero dovute ambientare nel mare…

Mentre aspetto il rientro della famiglia mi avvantaggio con la preparazione del pranzo. Come dicevo, oggi mi cimento nella cucina tedesca. Mi arrabatto fra improbabili traduzioni delle istruzioni riportate sulle scatole dei prodotti e la reinterpretazione di qualche ricetta cercata in internet (ovvio che tanto non ho mai tutti gli ingredienti richiesti…). Infine, dopo un’oretta di affannato cucinamento, tiro fuori un pranzo terribile: spätzle troppo cotti e appiccicosi, conditi con una puzzolentissima crema di formaggio al cumino. In effetti, ormai è ufficiale: ci stiamo tedeschizzando troppo.

Ancora circa tre ore di viaggio e parcheggiamo a Dresda. Siamo vicini alla stazione e il posto è un po’ rumoroso ma è economico e si trova a dieci minuti a piedi dal centro. Pioviggina ed è tardi, per cui rimaniamo in camper con l’idea di dormire presto, giusto due chiacchiere con gli amici…che poi, fra una tisana e un ammazzacaffè, vuol dire arrivare a mezzanotte e mezza senza rendercene conto!

8 agosto martedì – Dresda

Raggiungiamo a piedi il centro. Ci affacciamo subito sul cortile di palazzo Zwinger. Il palazzo reale è uno degli edifici barocchi più stupefacenti di tutta la Germania e, ispirato alle architetture di Versailles, è la nostra principale attrazione. Invece purtroppo lo troviamo in ristrutturazione. I bei giardini che ci aspettavamo colorati dall’erba e dai fiori sono devastati dalle ruspe che arano il terreno e invece che zampilli di fontane, dal terreno sbucano tubature nere.

Questo arrivo a Dresda diviene sempre più confuso…alla biglietteria non riusciamo nemmeno a capire se possibile o meno fare dei biglietti cumulativi per più musei, per cui decidiamo di aspettare e chiedere al tourist information e ripartiamo per la nostra passeggiata fra le strade del centro di Dresda. Ci accolgono palazzi imponenti e molto scuri e, complice il clima nuvoloso, tutto appare piuttosto tetro. Dresda ha una storia di lenta ricostruzione, tutto ciò che è intorno a noi è stato pazientemente ricostruito dopo il terrificante bombardamento del 1945 ma, malgrado questa insita vitalità, la città stamattina ha un aspetto di maestosità finita e grande decadenza. Tutto sembra chiuso ed io già sto borbottando fra me e me sull’inutilità di questa tappa che inizialmente non avevo messo in conto.

Ma poi Dresda decide di rivelarsi in tutto il suo splendore. Si inizia quando, costeggiando il lato sinistro della Cattedrale della Santissima Trinità, Michele si accorge che si può entrare. È un’entrata laterale, senza alcuna festosità, messa in ombra dal camminamento che collega il castello alla chiesa. All’interno la differenza di luminosità è abbagliante. Fuori le tetre facciate scure di pioggia, dentro la luce degli stucchi barocchi bianchi e oro. Da questo momento, Dresda sarà per me una rivelazione continua.

Intanto, quasi a voler sottolineare ulteriormente tutta questa bellezza, è uscito nuovamente il sole. Mangiamo i nostri panini sul lungo fiume e ci fermiamo in una piccola rientranza a lanciare le briciole ai cigni e alle papere. Un caffè lungo e una fetta di torta più tardi entriamo nel primo dei musei che vogliamo visitare. Infatti, oltre al bellissimo centro storico, Dresda offre tanti musei. Su consiglio del Tourist Information, abbiamo fatto un biglietto open, che permette l’ingresso in tutti i musei della città ed è valido per due giorni. Iniziamo con il Museo Albertinum, che raccoglie un’antologia di pittura dal romanticismo ad oggi, con installazioni moderne e antiche. All’interno, fra installazioni moderne e opere più antiche, troviamo anche un’ala interamente dedicata alle artiste donne fra il 16° e il 18° secolo: Out of the shadows. La maggior parte sono italiane ed io mi sento doppiamente orgogliosa di trovare esposti i loro capolavori, finalmente di fronte agli occhi del mondo con il l’indicazione del nome e del cognome di queste bravissime artiste: Rosalba Carriera, Diana Scultori, Barbara Longhi, Artemisia Gentileschi e tante altre.

Terminata la visita ci fermiamo una mezz’ora nell’area relax all’uscita del museo. Ci sono tante grosse “pietre” da costruzione in gommapiuma, che i bambini possono rimontare e smontare a loro piacimento, creando colonne, mura, palazzi, a loro piacimento. Il gioco si chiama Rebuilding Dresda, un’esperienza semplicissima ma quantomai immersiva per comprendere la storia e l’architettura di questa città. Ma fra i giochi c’è anche un ping pong e noi non resistiamo ad una partita, fin troppo partecipata, con tanto di tifo e brontolata finale da uno dei guardiani del museo! Proseguiamo poi con il museo ceramiche. Sinceramente dopo qualche sala noi adulti, già abbastanza stanchi, siamo anche un po’ annoiati, ma la speranza che anche le piccole siano stanche purtroppo è vana. A loro il museo della ceramica è piaciuto tantissimo, tra l’altro propone una caccia al tesoro evidentemente molto divertente, tanto che infine abbiamo dovuto trascinare via di peso Alice ed Anna.

Nel tardo pomeriggio la nostra visita arriva fino alla città nuova. Questa zona è una vera patria di creativi e artisti, ai quali è stata data mano libera dall’amministrazione per ricostruire, reinventare e decorare il quartiere. Sui muri campeggiano enormi murales, fra i quali passeggiare e curiosare entrando via via nei tanti negozi di articoli artigianali, che spaziano dalla bigiotteria al gelato. La zona più caratteristica del quartiere probabilmente è il Passage, un gruppo di cinque cortili tutti collegati fra loro, una sorta di galleria d’arte a cielo aperto, progetto dell’architetto Boettcher Heike, realizzato da un gruppo di artisti che hanno pensato per ognuno caratteristiche originali. C’è il Cortile degli Animali, che si apre sotto la facciata di un palazzo dai balconi in vimini, colorata di verde e decorata in rilievo con giraffe, scimmie e gru; il cortile degli elementi e delle creature mitologiche e poi…un’esplosione di creatività, colori e suoni: le grondaie musicali del Palazzo che suona un palazzo dotato di una grondaia “musicale”, in grado di suonare un’insolita melodia con lo scorrere dell’acqua nelle giornate piovose.

ll quartiere pullula di locali e ristoranti. Noi ceniamo al Katy’Garage, un biergarten delizioso per stare all’aperto, anche se in serata inizia di nuovo a fare un po’ fresco. Rientriamo a piedi, distrutti, oggi abbiamo percorso circa 25mila passi!

9 agosto mercoledì – Dresda

Dopo una notte intera di pioggia, stamattina quando usciamo c’è un bel sole appena coperto da qualche nuvola. Oggi comunque la nostra giornata sarà prevalentemente al chiuso, dedicata ancora alla visita dei tanti musei cittadini.

All’interno del palazzo Zwinger si trova il Museo detto “degli antichi maestri” – con opere di epoca rinascimentale da tutta Europa – ed il Museo degli strumenti matematici, una collezione di strumenti scientifici d’epoca, mappamondi e orologi. Non ci mettiamo fretta ma comunque la visita non ci impiega più della mattinata e per pranzo usciamo al sole, a mangiare i nostri panini sul lungolago dello Zwinger. A questo punto ci è rimasta solo una visita da fare, quella agli interni del bellissimo Palazzo Reale. Oltre alla classica visita del Palazzo, il museo dello Zwinger propone la cosiddetta “Zwinger Xperience”, una visita in 3D che da ieri ha inesorabilmente affascinato le nostre fanciulle. Logicamente l’ingresso ha un biglietto a parte ma soprattutto le ragazze non possono entrare in autonomia, per cui ormai da due giorni va avanti un’estenuante discussione, poiché nessuno di noi adulti ha voglia di seguirle in questa ennesima visita museale. La nostra controproposta sarebbe un’altra passeggiata nella Neustadt, dove ieri ci sfuggito un negozio molto particolare: la latteria Pfund. Nel Guinness World Records viene descritta come la più bella latteria al mondo, per cui io non mollo la presa e insisto per ripartire. Infine, dopo lunghissime trattative, Michele decide di restare mentre io, Tania e Francesco – con l’intento di impiegare meno tempo possibile per raggiungere la meta e poi ritrovarci con le ragazze – ci lanciamo in una scarpinata a piedi di oltre un’ora. Vero è che la Pfunds Molkerei vale la fatica: una meraviglia per gli occhi e per il palato. Infatti, oltre ad una golosa vetrina di formaggi e derivati, la latteria è un tripudio di piastrelle decorate a mano che ne ricoprono pareti e soffitti, rimasti fortuitamente intatti nonostante i terribili bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Info: https://www.pfunds.de/

Terminate tutte le nostre attività, ci ritroviamo a metà strada con Michele e le ragazze, che nel frattempo ci aspettano giocando sulle lunghe rive dell’Elba, e ci fermiamo per un meritato aperitivo presso uno dei Biergarten al lato del ponte Augusto.

10 agosto giovedì – Berlino

Per il soggiorno a Berlino, nel timore di non trovare posto in questi giorni che si avvicinano al Ferragosto, abbiamo prenotato un campeggio. Si trova un po’ fuori mano – il tragitto prevede di attraversare un sentiero nel bosco per giungere alla stazione e poi ancora una mezz’ora di treno – ma almeno abbiamo il posto assicurato ad un prezzo accettabile. Arriviamo in tarda mattinata e dedichiamo qualche ora a fare un paio di lavatrici e a rassettare il camper e noi stessi. Da inizio vacanza questa è la nostra prima sosta in una struttura e, malgrado il nostro bagno sia ampio e comodo, stasera mi godo lo stravizio di una lunga doccia calda senza dover pensare al rischio di lasciare gli altri a secco. Così, fra una cosa e l’altra, riusciamo a partire solo a metà pomeriggio. Niente pioggia in vista per cui inforchiamo le biciclette e…ci perdiamo. Sono più sentieri, alcuni prendono direzioni differenti per poi ricongiungersi, altri sembrano andare nella stessa direzione e poi invece si discostano: così mi è decisamente chiaro del perché qualcuno poi si inventi storie di smarrimenti nei boschi. Infatti, dopo pochi minuti di pedalata nel bosco fra sabbia e buche, ci rendiamo conto di andare nella direzione sbagliata. Non che la strada giusta sia migliore. Il sentiero si snoda in parte fra sentieri sterrati nel bosco e in parte sull’asfalto di strade piuttosto deserte e non illuminate. Io, cuor di leone come sono, penso già al rientro al buio di stasera…

Comunque riusciamo a raggiungere la metro dopo circa venti minuti di pedalata. Un po’ di titubanza per comprendere l’uso della macchinetta automatica per i biglietti e mezz’ora più tardi scendiamo in Alexander Platz.

Giochi e Curiosità: Germania, Berlino, Gli omini del semaforo.

La nostra visita di stasera è un breve sopralluogo, una passeggiata per godersi la città illuminata della sera. Per cena ci lasciamo tentare dagli sconti offerti presso un ristorante vietnamita. D’altronde, se anche è forte la tentazione di assaggiare la cucina locale, non bisogna dimenticare che questa è una città profondamente multiculturale, dove poter assaggiare kebab, curry, involtini vietnamiti e quant’altro qui è arrivato dal mondo insieme alle tante persone che, per necessità o scelta, hanno deciso di abitare a Berlino. Convinti in questa valutazione ci lasciamo trascinare dallo spirito curioso di novità. Niente birra ma un frullato detox di verdure esotiche e la pancia che rimane quasi vuota poiché scopriamo stasera che in Vietnam la maggior parte dei piatti sono piccantissimi! Quando rientriamo, ben oltre la mezzanotte, nel bosco il buio è decisamente…buio. Piano piano percorriamo la strada all’indietro, le bici in fila indiana, gli occhi fissi sulla lucina della bici davanti a noi. Io sono più o meno terrorizzata, le ragazze invece prendono tutto come un’avventura – o almeno così mostrano – e, un po’ per farsi coraggio e un po’ per mantenere un contatto, cantano a squarciagola tutto quello che gli passa per la mente. Nel pieno dell’oscurità del bosco la nostra colonna sonora passa da “Quel mazzolin di fiori” a “Bella ciao” fino ad un mugolio inframmezzato da un poco di inglese che dovrebbe essere qualcosa di Ed Sheeran. Inevitabilmente anche al ritorno smarriamo un paio di volte la strada principale ma infine rientriamo tutti sani e salvi. Domani sera per rimanere fuori dovranno passare sul mio cadavere: obbligo per tutti un rientro con la luce e cena in camper!!

11 agosto venerdì – Berlino

Poiché dopo l’avventura di ieri sera l’intenzione di oggi è quella di rientrare prima di cena, la nostra partenza di stamattina è molto presto. Oggi a Berlino ci accoglie la musica. Al mattino presto, la sveglia per gli avventori della metro è organizzata da un buffo trio di ragazzetti dalla faccia furbetta, simpaticissimi, che suonano una musica sconclusionata ma orecchiabile fra una fermata e l’altra. Scendiamo nuovamente ad Alexander Platz e di nuovo Berlino risuona, questa volta della musica allegra e super ritmata di un enorme gruppo di musicisti di strada, tutti vestiti con la tuta da operaio e con ai piedi l’immancabile sandalo con calzino di spugna. In mezzo alle persone e con la musica nell’aria, il verde dei parchi e le voci di mille persone: la mia foto ricordo di Berlino è qui, ora, sotto il sole di questa mattina. In testa ho anche un altra foto di questa città, scattata dai miei occhi esattamente venti anni fa: nelle orecchie musica elettronica e di fronte al mio sguardo le luci della notte, fari, che illuminano una città in piena ricostruzione, le braccia alzate delle ruspe che non si fermano ventiquattr’ore ventiquattro. Il nome è lo stesso ma dopo tanti anni Berlino è una città completamente diversa. Qui oggi, a spasso fra i miei ricordi lontani e la realtà di ora, anche io mi sento un po’ Berlino…

Berlino è una città giovanissima, il primo riferimento di un documento che riporti il suo nome risale appena al 1244 ma in pochi anni di vita la sua sua storia è già enorme. Impossibile pensare di visitarla tutta in tre giorni ma comunque si può dare una bella sbirciata. Noi iniziamo con una visita al Museo della DDR, che propone un’esperienza immersiva fra foto e ricostruzioni d’ambiente relativi al periodo di Berlino est tra il 1949 e il 1990. Trascorriamo l’intera mattinata al museo che in effetti si rivela davvero divertente ed istruttivo, poi ci fermiamo un po’ al fresco del parco di fronte al Parlamento a mangiare i nostri panini. Il parco è davvero carino, un’isola verde in pieno centro, l’unica accortezza è quella di tenere stretto il proprio pranzo, poiché fra gli alberi abitano migliaia di passerotti, tanto deliziosi quanto voraci e per niente spaventati dagli esseri umani! Abbiamo prenotato l’ingresso alla cupola del Parlamento, una struttura spettacolare, costituita da 360 specchi in un cono rovesciato. Da questi la luce solare viene proiettata nell’Aula parlamentare, rappresentando un vero e proprio modello di architettura sostenibile. La cupola, così come la vediamo, è di recente costruzione. La notte del 27 febbraio 1933 infatti le fiamme distrussero il precedente edificio del Reichstag, il parlamento tedesco a Berlino. In una notte andò in fumo il simbolo del fragile regime democratico nato dopo la sconfitta della Germania nella Prima guerra mondiale e si aprì la strada alla dittatura di Adolf Hitler. Hitler infatti approfittò per attribuire questo gesto, compiuto da uno squilibrato, al partito comunista tedesco, che fu di conseguenza dichiarato fuori legge. Contemporaneamente, con la scusa di garantire la pace nel paese, furono aboliti gran parte dei diritti civili in Germania e, come ben sappiamo, alle successive elezioni Hitler, senza più alcun avversario politicamente attivo, uscì inevitabilmente unico vincitore. Ecco perché, a parte la meravigliosa struttura, la visita a questo luogo è imprescindibile per narrare la storia della seconda guerra mondiale.

Proprio perchè si tratta del palazzo di un’istituzione così importante all’ingresso sono previsti severi controlli. Ma quale problema possono mai avere due famiglie con ragazze al seguito? Ecco, le nostre avevano nello zaino le cose più impensabili: Anna aveva nello zaino una quantità di sassi raccolti in questi giorni come improbabili ricordi (per non dire della brillante idea di lasciarli nello zainetto e trasportarseli in spalla durante tutte queste giornate…) e la mia quindicenne Asaria invece aveva nello zaino…un microfono di Barbie!Fortunatamente gli oggetti possono essere lasciati alle guardie e recuperati al termine della visita (inclusi i sassi!)

Per adesso siamo stati irreprensibili, fra musei e visite guidate, ma ora l’obiettivo più urgente è la merenda. Per l’occasione ci dividiamo per gusti: Michele mi accompagna alla pasticceria Aera, che serve prodotti tipici dolci e salati senza glutine, mentre le ragazze con Tania e Francesco optano per la gelateria. Terminiamo la nostra giornata con un po’ di shopping fra i negozi di Berlino e rientriamo in camper per cena.

Info: https://aerabread.com/

12 agosto sabato – Berlino

Berlino è una città immensa. Tre giorni sono veramente troppo pochi per pretendere di visitarla bene e noi, che amiamo le soste e gli spazi da vivere, con un tempo così limitato forse dovremmo correre un po’ di più. Malgrado questa considerazione, ieri l’intera giornata fuori ci ha stancati molto ed oggi vogliamo comunque prendercela con un po’ più calma. Per cui partiamo dopo una colazione tranquilla e a metà mattina raggiungiamo nuovamente i pressi del museo DDR, perché proprio da lì partono i tour in traghetto lungo lo Sprea. È l’occasione giusta per avere uno sguardo d’insieme e non affaticarsi troppo, inoltre come sempre la prospettiva della città vista dal lungo fiume mi piace molto. Sulla barca è prevista l’audio guida anche in italiano o almeno un tentativo poiché la traduzione è tremendamente maccheronica. Una voce impostata e con un accento spaventoso, ci descrive il lungofiume con una narrazione che spesso risulta assurda, come per esempio quando indicando un edificio sull’isola dei musei lo data nientemeno che tredicimilasettecentotre! Noi ci siamo fatti delle gran risate per tutto il percorso che comunque, audioguida a parte, è molto carino. Per pranzo, ribadendo l’idea che Berlino è una città multietnica, ci dirigiamo da “Mustafa” per un fantastico kebab, uno dei più buoni della città. Per me preparano un’enorme box ripiena di tutto, inclusa una buona dose di cipolle, senza il pane…speriamo di riuscire a digerirlo in tutta la giornata! Per oggi pomeriggio abbiamo prenotato un free tour introduttivo alla città con guideintour.

Info: https://guideintour.it/berlino/free-tour-berlino/

Ci ritroviamo alle 15 con la nostra guida, Jacopo, un ragazzo italiano che da anni vive qui a Berlino. Per noi è la prima esperienza di free tour e la sensazione è davvero quella di fare due passi con un vecchio amico che ci fa da Cicerone. Jacopo è simpaticissimo e molto preparato così la nostra visita, una sorta di introduzione a Berlino, ci ha permesso in poco tempo di avere una quantità di spunti interessanti sulla città. Affascinati dalle tante storie che abbiamo sentito fino a qui, abbandoniamo ogni stanchezza e ci lasciamo tentare da un’altra serata fuori. Anche oggi la musica ci ha accompagnato più volte e la ritroviamo nuovamente stasera poco dopo Alexander Platz, dove è in corso una festa con musica techno e qualche ballerino improvvisato. È sabato sera, musica dappertutto e noi abbiamo voglia di vita. Così, in barba alle previsioni di rientro con la luce, restiamo nuovamente a cena fuori presso uno dei tanti biergarten.

13 agosto domenica – Potsdam

Sulla carta Postdam sembra essere una gita imperdibile da Berlino. Patrimonio mondiale dell’UNESCO e capitale della regione del Brandeburgo è conosciuta anche come “la Versailles tedesca” per il gran numero di palazzi e parchi usati come residenze dai re di Prussia. Noi la raggiungiamo con una lunghissima biciclettata, affrontando prima il bosco che separa il nostro campeggio dal resto del mondo e poi circa dieci kilometri di strada asfaltata, ciclabile e non. Iniziamo la nostra visita nella piazza dell’antico mercato, fra la chiesa di San Nicola e il municipio. Qui i bombardamenti del ‘45 sono stati intensi ed i danni talmente tanti che in molti casi non c’è stata altra alternativa che buttar giù le macerie e ricostruire. La mia prima impressione però, dopo una breve passeggiata, è che mentre a Dresda l’attenzione e la maestria degli architetti siano riusciti a riprodurre il fascino della città com’era, qui si sia ricostruito senza riuscire a mitigare l’effetto di “troppo nuovo”: i palazzi tinteggiati e le strutture perfette mi sembrano una finzione. Ma Postdam è, ed era, proprio così come la possiamo vedere oggi: a metà del 1600 infatti fu scelta come residenza di caccia dall’imperatore, con tutto il suo seguito e divenne una località di villeggiatura, costruita e ricostruita secondo il gusto del nobile del momento e fin da subito pensata per accogliere l’aristocrazia e, a giudicare dai prezzi dei locali, è rimasta ancora così!!

Giochi e Curiosità: Germania, Postdam, il quartiere Olandese.

La città è piuttosto dispersiva e anche piuttosto cara così, per comodità ed economia, noi ci siamo portati i nostri panini che mangiamo all’ombra delle querce, con alle spalle la porta di Brandeburgo, ma dopo pranzo ci concediamo una bella fetta di torta al tavolino di un caffè. Per die conclusa la nostra visita di Postdam ci resta solo da visitare almeno un castello e, dovendo scegliere, fra i tanti di questa città famosa per le sue innumerevoli e splendide residenze aristocratiche, abbiamo deciso di visitare il più famoso: il castello di Sans Souci. Riprendiamo le biciclette e ci inerpichiamo su per una vigorosa salita: come ogni castello che si rispetti, ovviamente anche questo si trova su di un colle. Tuttavia, a parte la posizione rialzata, tutto in Sanssouci ci fa capire che non si tratta né di un’opera di difesa né di rappresentanza. Già il nome rende l’idea: sans souci, senza pensieri… Un po’ come noi che, con gli occhi persi fra satiri e baccanti e putti che adornano gli esterni, sbagliamo ingresso ed entriamo nella pinacoteca che si trova praticamente all’uscita del percorso di visita. Compreso il problema, il nostro orario di visita è ormai trascorso e, come già qualche anno fa’, di nuovo ci scontriamo con l’efficienza tedesca e riusciamo ad entrare praticamente implorando. Il castello non è enorme, la visita in totale dura un paio di ore, fra le collezioni, le stanze private e le enormi cucine.

Giochi e Curiosità: Germania, Postdam, Le ciliegie scacciapensieri.

Rientriamo in bicicletta. Io ormai arranco in bicicletta, il viaggio di ritorno è stato durissimo e devo mio malgrado ammettere che alla fine non ce la facevo più…

Per il dopo cena abbiamo organizzato l’immancabile serata “torteincamper” che ormai da anni vede sfidarsi le due coppie di marmocchie per il premio di torta più buona. Questa volta però niente gara ma una sana collaborazione e una preparazione davvero molto semplificata, con una Torta montata con dischi di pan di Spagna pronti, panna spray , marmellata e naturalmente ciliegie sotto zucchero, giusto per rimanere in linea con i gusti di Sanssouci!

14 agosto lunedì – Amburgo

Lasciamo Berlino un pochino a malincuore. Sarebbe stato necessario almeno un giorno in più che non avevamo programmato e ormai purtroppo il campeggio non ha altri spazi liberi. Volenti o nolenti bisogna ripartire e comunque la prossima meta promette di non deludere. In circa tre ore arriviamo ad Amburgo e ci sistemiamo in campeggio. Amburgo è una grande città portuale, ricca di storia e arte ma, giusto per farmi arrabbiare, a sentire parlare babbi e ragazze siamo qui per un’unica ragione: visitare il Miniatur Wunderland Hamburg. Il Miniatur Wunderland è il plastico in scala H0 più grande del mondo e riproduce in miniatura quasi tutto il mondo. Non sono una grande amante di modellismo e poi a Norimberga abbiamo già visitato il Museo delle Ferrovie Tedesche, per cui sin da subito io manifesto tutto il mio disaccordo su questa visita, ribattezzando il museo “trenini brutti”. Peraltro sembra impossibile prenotare una visita nei prossimi giorni, le prenotazioni sono disponibili fra minimo tre mesi oppure…oppure basta andare direttamente in biglietteria ed prenotare per un orario serale!

Prenotiamo per le 19 di domani… sarà una giornata lunga. Ma intanto ci godiamo la città. Per evitare percorsi turistici la nostra guida Lonely Planet ci consiglia di acquistare il biglietto per un tratto con il battello numero 62, che effettua un percorso che sembra perfettamente studiato per toccare i punti nevralgici della città lungomare. Evidentemente in tanti abbiamo la stessa guida perché ad attendere il battello c’è una vera e propria ressa di turisti. Noi riusciamo comunque ad accaparrarci un tavolino e qualche sedia da cui godere della vista della città che scorre di fronte ai nostri occhi, fra gli specchi degli edifici futuristici come la Elbphilharmonie, il palazzo della Filarmonica, ed gli immancabili mattoncini rossi dei vecchi dock. Ci fermiamo per cena lungo il porto in uno dei tanti ristoranti turistici con le foto nel menù e, malgrado le poche aspettative, mangiamo bene. Inoltre, se piacciono salmone e patate bollite, anche il menù gluten free è ovunque garantito! La nostra prima giornata ad Amburgo termina nel quartiere di S. Pauli, dove si dice ci sia la movida più scatenata di tutta la Germania. In effetti il movimento è tanto ma non quello divertente che mi aspettavo. Si tratta soprattutto di ragazzi ubriachi, tanti senzatetto a tutti gli angoli e, oltre ai tanti locali notturni anche tanti, tanti negozi a tema erotico, il tutto assembrato in una zona portuale piuttosto sporca. Facciamo qualche passo e decidiamo che in effetti non vale la pena il tirare tardi. Tanto vale rientrare in pullman.

15 agosto martedì – Amburgo

Poiché oggi sarà l’unica giornata da poter dedicare interamente ad Amburgo anche se ieri sera siamo rientrati tardi, stamattina partiamo piuttosto presto. Ma, così presi dall’organizzazione del nostro tour e malgrado i tanti messaggi di auguri che ci sono arrivati a tutti, nessuno di noi pensa che oggi è Ferragosto. Così attendiamo inutilmente il pullman sotto la pioggia per una ventina di minuti, prima di fare mente locale e capire che alla nostra fermata (presso Ikea) non sarebbe passato alcun mezzo. Non ci resta che raggiungere il paese e, fra una breve passeggiata ed una mezz’ora di pullman più tardi siamo di nuovo ad Amburgo. E nel frattempo è uscito anche il sole! Da dinamica città anseatica a moderna metropoli, Amburgo è nota come la “porta sul mondo”. Sin dal Medioevo, ad Amburgo venivano spedite merci da ogni angolo del mondo. Il porto di Amburgo è il terzo per grandezza in Europa, dopo Rotterdam e Anversa. musei d’arte e quartieri vivaci nella tipica architettura del XIX secolo. Senza dubbio è famosa per il suo quartiere a luci rosse Visita esterni e cortile Rathaus Municipio, fontana con dea della salute e statue con gli usi dell’acqua, tutte umane a parte un fauno. Nella base della fontana sono presenti aperture ad arco con reticoli decorativi. È qui che viene aspirata l’aria, con la quale l’interno del municipio di Amburgo è climatizzato. Viene utilizzato l’effetto di raffreddamento dell’acqua del pozzo in movimento. Ci separiamo qualche minuto perché noi vogliamo viziarci un po’ con una golosa seconda colazione e gli altri invece fremono per un po’ di shopping. Un cappuccino con torta più tardi ci ritroviamo tutti presi dai saldi in un grande centro commerciale dal quale usciamo mezz’ora più tardi con due buste di vestiti (per Michele e le ragazze…) domandandoci come abbiamo fatto a rimediare in così poco tempo tanta roba e soprattutto come faremo a portarcela dietro tutto il giorno!

La giornata è di sole splendente per cui ci dirigiamo sul lungolago per il pranzo. Anche qui, attirate dalle briciole dei panini, arrivano schiere di anatre, che come sempre nutriamo con i crackers di riso che non mancano mai nel mio zainetto. Anche perchè oggi non mi servono: per merenda abbiamo trovato una delizionsa pasticceria senza glutine Isabella Gluten free, dove finalmente mi tolgo la voglia di una fetta di torta, una enorme Cheese Cake ai lamponi e faccio scorta di girelle alla cannella, un dolce che lego a tanti ricordi di viaggi passati ma che non avevo potuto riassaggiare da anni.

Con i mezzi rientriamo nella zona del centro per andare a visitare la chiesa di San Micheal. Tutti i coraggiosi sono saliti sull’altissimo campanile che promette una spettacolare vista sulla città, io e Marta invece, così sfaticate, abbiamo preferito aspettare nel cortile della chiesa a chiacchierare.

Dobbiamo attendere le 19:00 per l’ingresso al Miniatur Wunderland Hamburg, così decidiamo di fare una cena sul molo ed assaggiare la famosa aringa di Amburgo. Avevo già assaggiato l’aringa nel viaggio in Olanda e già l’esperienza non era stata troppo piacevole. Per cui davvero incomprensibilmente mi lancio una seconda volta nell’assaggio del temibile pesce. Questa voltà sono così carini da servimela all’interno di un panino senza glutine, insieme ad una quantità di cipolle bianche (in Olanda avevo dovuto assaggiarla nuda e cruda) ma anche stavolta l’esperienza non è un granchè ed io rinuncio quasi subito alla cena.

Info: https://www.miniatur-wunderland.de/

Trascorriamopoi la serata all’interno del Miniatur Wunderland Hamburg.

Malgrado tutto il mio denigrare e la mia poca voglia, devo ammettere che la visita è stata davvero bella. I curatori dell’allestimento dovevano essere dotati di un particolare senso di humor e si sono divertiti ad inserire tante stravaganze fra le statuine. Ce ne sono in atteggiamenti strani (alle volte inequivocabili!) e poi si trovano personaggi fantastici o animali inseriti fra i paesaggi dove meno ci sia aspetta (come una sirena…nella Fontana di Trevi!). Vi si trova la ricostruzione di Amburgo e della Germania e sicuramente questa visita è un’idea divertente anche per fare un punto sulla città e su tutto questo bellissimo Paese.

Rientriamo davvero tardissimo. Come sempre io andrei subito a letto ma le ragazze hanno altre idee per la serata, che rivendicano come Ferragosto. Hanno puntato una bella sala comune in campeggio che, oltre ad offrire degli spazi comodi dove sedersi e fare due chiacchiere, è dotata di una macchinetta che offre bevande e zuppe calde. Dopo poco io ho desistito e sono andata a fare la doccia ma purtroppo in questo mondo di video ho potuto (anche se non avrei voluto) vedere mia figlia che mangia una zuppa di noodles decorata con ciuffi di panna montata…! Fra doccia e diario ora che sto scrivendo sono già oltre le due di notte!

16 agosto mercoledì – Brema

Il nostro viaggio in Germania sta arrivando alla fine. Nei nostri ricordi ora abbiamo le immagini raccolte nello scorso viaggio lungo la Strada Romantica ed ora negli occhi anche i panorami fiabeschi delle camminate lungo i sentieri della Foresta Nera, le scenografie delle favole dei fratelli Grimm. Non abbiamo percorso totalmente e ordinatamente la strada delle Fiabe ma a conclusione del nostro viaggio mettiamo in programma la visita ad altre due città di questo percorso, Brema e Kassel.

Arriviamo a Brema in bici sull’ora di pranzo. C’è ancora il mercato per cui ci fermiamo qui per mangiare un boccone. Ci sono tante bancarelle che offrono prodotti tipici, come la fricadella , una polpetta fritta, rotonda e dal fondo piatto, ma purtroppo è tutto contaminato dal glutine per cui per me oggi rimedio solo patate lesse,un uovo fritto e di nuovo la malefica aringa cruda che qui riescono ad infilare in ogni ricetta.

Trovo Brema molto bella. Mi sembra di ritrovare un concetto di città molto più vicino al nostro sentire italiano, per la presenza di un centro storico evidente, con la città vecchia tutta radunata. Ci sono stradine strette, leggende e storie da raccontare ad ogni angolo e negozietti artigianali (il nostro preferito: quello di caramelle!)

Facciamo una breve passeggiata cercando la famosa statua, che rappresenta i musicanti. Ne troviamo due: una tutta colorata ma che non è l’originale, ed una tutta in bronzo. La superstizione locale vuole che si debba toccare entrambe le zampe dell’asino affinchè porti fortuna.

Poichè sarà l’ultima sera che restiamo insieme agli amici, rientrati in camper decidiamo di cenare all’aperto anche se fa un bel freschino. Dall’Italia ci arrivano notizie di un gran caldo e noi, un po’ cattivelli, mandiamo qualche foto dove sorseggiamo una tisana calda ben avvolti nei nostri felponi.

17 agosto giovedì – Kassel

Ormai la strada verso casa ci chiama e per cercare di smorzare i lunghi kilometri e quel pò di tristezza che accompagna inevitabilmente il viaggio di rientro cerchiamo di viaggiare al mattino presto inframmezzando il viaggio con soste e visite.

Ci fermiamo a Kassel, un’altra tappa lungo la cosiddetta Strada delle Favole, poichè è stata residenza d’elezione dei fratelli Grimm. Noi però non possiamo visitarla come meriterebbe poichè utilizziamo la sosta a Kassel giusto per spezzare un po’ il lungo viaggio. Visitiamo i giardini del castello che, anche se promettevano meravigliosi giochi d’acqua purtroppo spenti nel periodo estivo, ci permettono di goderci una lunga passeggiata sotto gli alberi del Parco Wilhelmshöhe, rinfrancandoci un po’ così immersi nel profumo della natura.

Salutiamo gli amici, che rientreranno fra qualche giorno con più calma.

18 agosto venerdì – Dachau – Monaco di Baviera

Il nostro programma prevede ancora una sosta, a Dachau, per far visita ad uno dei più tristemente noti campi di concentramento nazisti. Ripartiamo quindi al mattino molto presto ed in tarda mattinata arriviamo a Dachau.

Poiché è troppo presto per il pranzo e ormai troppo tardi per la colazione, con il pragmatismo teutonico che ormai fa parte di noi, decidiamo per un brunch svuotafrigo. Qualche würstel, un paio di uova e poi cetriolini sottaceto, pane nero, burro, yogurt e marmellata di lamponi. Tutto servito in tavola contemporaneamente con il succo di mela e un bel caffè annacquato per mandare giù il tutto.

Pronti per affrontare la nostra ultima giornata in Germania! Anche se in realtà, oggi niente ci prepara ad affrontare questa ultima visita. Abbiamo deciso di dedicare una tappa di questo viaggio nella storia ad un campo di concentramento. La scelta è ricaduta su Dachau per semplici motivi logistici poiché credo che l’ingresso in uno qualsiasi di questi luoghi sia sufficiente e comunque necessario a rendere ognuno di noi, adulto o adolescente, più consapevole del nostro passato e del nostro futuro. L’ingresso è consigliato a partire dai tredici anni e inoltre, considerato che Alice è una ragazzina estremamente sensibile, decidiamo di farla entrare ma senza audioguida. Il nostro accordo è stato che io avrei selezionato gli ascolti e lei avrebbe comunque deciso via via cosa e quanto ascoltare. Con questa modalità abbiamo ascoltato insieme una parte delle introduzioni ed alcune testimonianze, un percorso più che sufficiente per uscire sconvolti nell’anima e con la convinzione ancora più profonda che la memoria e la conoscenza della storia sono l’unica strategia utile per cercare di costruire un mondo migliore. Da Dachau, con il cuore piccino piccino, riprendiamo la strada verso casa.

Ma un viaggio in camper, lo dico sempre, è magico…e così, durante il rientro, tristi e pensierosi, rispondiamo alla telefonata di un altro gruppo di amici camperisti di rientro dalla Norvegia. Anche loro stanno rientrando e sono proprio nei pressi di Monaco! E visto che una sosta stasera dovremo farla, che c’è di meglio che ritrovarsi nuovamente in compagnia, a raccontarci le esperienze appena fatte ed a progettare già…ovviamente il prossimo viaggio!!

Simona Gelardi

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