Dolcissima Umbria. I luoghi di Francesco, racconti di famiglia e tanto, tanto, tanto cioccolato!

Montemurlo – Citerna – Città di Castello – Gubbio

La partenza della nostra gita questa volta coincide con una data speciale: oggi, undici anni fa nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per il suo primo aperitivo, nasceva la mia piccola Alice.

Fortuna o sfortuna, il suo compleanno si trova spesso a cavallo del ponte del 25 aprile e quindi non è raro per lei festeggiare in camper. E dato che adora la nostra mitica casa con le ruote ha acconsentito a rimandare i festeggiamenti con parenti ed amici alla prossima settimana ed approfittare del weekend lungo per un viaggetto: destinazione Umbria.

Oggi ovviamente sarà la regina del camper e noi siamo pronti per regalarle un indimenticabile “compleanno itinerante”!

Anche se siamo partiti all’alba non abbiamo rinunciato alla prima candelina della giornata. Ancora in pigiamino, praticamente ad occhi chiusi ma comunque sorridente, Alice ha soffiato la prima delle undici candeline che la attendono oggi…magari per la prossima sarà anche un pochino più sveglia!

La nostra prima fermata è un piccolo borgo, inserito nell’elenco dei più belli d’Italia: Citerna.

Il paese si trova ad un particolare crocevia culturale, situato al confine con la Toscana e vicinissimo all’Emilia Romagna, per questo è chiamato anche “Porta dell’Umbria”…un vero concentrato di arte e splendidi panorami.

Una passeggiata per le strade acciottolate, una seconda colazione nella piazzetta panoramica (e seconda candelina!) e siamo pronti per andare a caccia di curiosità!

Nella chiesa di San Francesco è custodito un piccolo tesoro: la statua di una dolcissima Madonna in terracotta policroma di Donatello. Noi non abbiamo prenotato ma la chiesa è aperta perché è appena iniziata la visita guidata e così abbiamo la fortuna di ascoltare i racconti del signor Gilberto, un citernese doc che ci parla con passione delle opere e delle storie del paese.

http://donatelloaciterna.it/it/index.php

Giochi e Curiosità: Umbria, Citerna, L’uomo con gli occhiali.

Quale posto migliore per iniziare il nostro viaggio alla scoperta dell’Umbria? Noi però abbiamo scelto di passare da qui anche per un’altra ragione: alla città di Citerna è legata una parte di storia della mia famiglia.

Il mio nonno paterno viaggiava molto per lavoro e negli anni della seconda guerra mondiale abitava proprio qui. A Citerna, durante gli ultimi giorni del conflitto, è nato il mio papà. Così la nostra visita è un pò più speciale…

Citerna era un borgo medievale fortificato e attrezzato per resistere in caso di assedio. Accanto alla chiesa di San Francesco si possono visitare gli “Ammassi” – i depositi per le granaglie – e le enormi cisterne, almeno sette censite in città, dalle quali deriva il nome del paese.

Ogni casa ha un pozzo collegato a questa raccolta di acque e proprio da qui inizia una delle storie della nostra famiglia che amavo ascoltare da bambina.

Giochi e Curiosità: Umbria, Citerna, La spada nel pozzo.

Arriviamo a Città di Castello poco prima di pranzo.

La città si visita bene in poche ore e stamattina c’è anche il mercato. Ne approfittiamo per una passeggiata alla ricerca di prodotti tipici fra le bancarelle sotto la torre Civica.

Purtroppo parte del Duomo è in ristrutturazione e non si può accedere alla cripta, dove è conservata una misteriosa Madonna nera con in braccio una bambina che volevo assolutamente vedere…peccato!

Abbiamo giusto il tempo di fare due passi lungo il cassero e qualche gioco ai giardini pubblici di fronte al Duomo quando inizia a rannuvolarsi, così corriamo nuovamente verso il camper.

Gubbio

Parcheggiato il camper nell’area di sosta con servizi nei pressi del Teatro Romano nel tardo pomeriggio ci avventuriamo per una prima visita a Gubbio.

Cerco la chiesa di San Francesco ma qui a Gubbio ce ne sono due, ovviamente entrambe legate alla storia del lupo…ed ovviamente io sbaglio edificio. La prima chiesa di San Francesco si trova appena fuori dal centro storico ma, anche se ci siamo capitati per sbaglio, vale comunque la visita anche solo perché all’esterno si trova una statua del santo che accarezza il lupo, molto bella e praticamente a grandezza naturale.

Proseguiamo la nostra passeggiata fino alla chiesa di San Giovanni. Ad ogni tappa che ci sembra degna di nota, Alice spegne una candelina. Ma malgrado tutto il nostro impegno mancano ancora diversi mini compleanni e iniziamo a disperare di farcela a spegnere undici candeline entro stasera come promesso.

Oltre al compleanno per stasera abbiamo un altro importante obiettivo: diplomarci da matti!

La città di Gubbio è conosciuta infatti anche come la “città dei matti” ed è talmente accogliente nei confronti dei tanti turisti un po’ suonati che attraversano le sue strade che gli permette di ricevere un attestato di follia. Basta fare tre giri intorno alla Fontana del Bargello e inzuppare un dito nell’acqua…o anche farci il bagno, come ci suggerisce la negoziante di fronte alla piazza.

Noi saltelliamo intorno alla fontana (io anche su un piede solo!) e ci schizziamo abbondantemente…insomma facciamo un po’ i matti e ci guadagniamo il meritato diploma.

Arranchiamo in salita fino a Piazza Grande per ammirare il tramonto all’ombra di Palazzo dei Consoli e poi scendiamo nuovamente in piazza Giordano Bruno per un aperitivo con Sagrantino e crescia, la fragrante focaccia locale, che viene servita a spicchi, accompagnata da salumi e formaggi.

Alice ha spento candeline per tutta la giornata ed alla fine ne manca solo una…perfetta da soffiare in camper, prima di dormire a conclusione di questa splendida giornata festeggiante!

http://www.umbriaturismo.net/turismoumbria-it/piccoli-borghi/cosa-vedere-a-gubbio/

Gubbio – Spoleto

Ripartiamo in mattinata per una seconda visita alla città.

Abbiamo deciso di non entrare nei musei (e di saltare la ricca pinacoteca in Palazzo dei Consoli) per concentrarci sul borgo e sui luoghi legati a San Francesco.

Le meraviglie di Gubbio sono tutte arroccate fra le viuzze in salita e le mille scale e scalette della città medievale…in parole povere: scorci meravigliosi ma molto, molto faticosi da conquistare. Meglio così, perché quando si giunge alla Cattedrale si viene ripagati appieno della fatica appena compiuta con una sorpresa davvero inaspettata: incastrata sulla curva di una ripida salita si apre l’unica navata del Duomo, imponente e maestosa, che mi ha lasciato senza parole.

Da qui siamo saliti fino agli orti della cattedrale e poi ridiscesi per la medesima strada, imboccando il chiassino di via Galeotti per rientrare in piazza Grande.

Scendendo dalla Cattedrale fra i chiassini ad un certo punto siamo riusciti quasi fortuitamente ad incappare nella seconda chiesa dedicata a San Francesco, detta di San Francesco della Pace. Qui la tradizione popolare vuole che sia stato seppellito il corpo del lupo ammansito da san Francesco. Nella cripta infatti si trova una lapide con una croce che ricopriva proprio lo scheletro di un lupo…!

Info: https://www.sanfrancescodellapace.it/storia/

Se ieri sera mi sono dovuta “accontentare” di un bicchiere di sagrantino, oggi all’osteria Madonne et Messeri ho potuto assaggiare anche io la deliziosa crescia che qui è servita, caldissima e fragrante, anche senza glutine.

Siamo ripartiti subito dopo pranzo, direzione Spoleto e lungo la strada abbiamo fatto una sosta tattica presso un piccolo supermarket per fare scorta di affettati, formaggi e vini locali, sempre utili per organizzare qualche aperitivo goloso in camper.

Quando nel pomeriggio arriviamo a Spoleto, purtroppo sta piovendo a dirotto. La tentazione di restare sul camper è forte. Io ho già messo a scaldare il bricco per il tè e mi sto sistemando sulla dinette con tablet e copertina ma Michele è di altro avviso. Mai perdere tempo, anche se sta diluviando una giratina in centro la possiamo fare. Sbuffo, ma non mi sento di dargli torto…in fondo ogni volta che le ragazze si lamentano del maltempo sono proprio io che affermo che gli esseri umani sono idrorepellenti e due gocce di acqua non ci devono fermare!

Questa volta le mie parole mi si ritorcono contro e mi tocca rivestirmi con maglione e stivali ed affrontare il pomeriggio umido e piovoso.

Ma comunque la pioggia non riesce ad offuscare il fascino di queste strade.

Spoleto è una città scenografica: il panorama dalla Rocca di Albornoz o l’elegante scalinata rossa che porta al Duomo, gli scorci fra le pietre delle case medievali, tutto si presta a diventare la base per degli splendidi scatti. Anche se la città è disposta “in verticale” il centro è accessibile a tutti perché è fornito di scale mobili ed ascensori, che ovviamente sono diventati la principale attrazione per le ragazze, che gli hanno pure dedicato un video…

Purtroppo la pioggia non ci dà tregua, per cui la nostra è stata una giratina frettolosa e limitata. Comunque non ci siamo fatti mancare una visita al Duomo, dove si possono ammirare gli splendidi affreschi dell’abside di Filippo Lippi, pratese d’adozione, e i marmi della sua tomba, opera del figlio, il nostro “pratesissimo” Filippino! Insomma, un po’ di Granducato e qualche briciola di cantuccino li abbiamo ritrovati anche qua!

Per colpa del tempaccio rientriamo subito in camper belli zuppi e ci consoliamo finendo la serata (ed una bottiglia di Sagrantino) sgranocchiando i deliziosi prodotti che abbiamo comprato a Gubbio e guardando con le ragazze qualche video su San Francesco ed Assisi, la nostra prossima tappa.

http://www.ilsentierodifrancesco.it

Assisi – Perugia

Lasciamo Spoleto la mattina presto ed in poco più di mezz’ora arriviamo ad Assisi.

Il parcheggio per i camper si trova proprio sotto a quello che è chiamato il “bosco di San Francesco” e per arrivare ad Assisi è necessario attraversarne un pezzettino. Si tratta di una camminata in salita di una mezz’ora, prima nel bosco al margine del ruscello e poi lungo la strada principale, sul panorama dei campi e dei borghi circostanti.

Sinceramente non riesco ad immaginare un modo più bello per raggiungere il centro di questa città così particolare.

Assisi è un borgo ricchissimo di arte e storia ma il suo fascino è innegabilmente legato alla figura di Francesco. Qui da oltre otto secoli si custodisce un messaggio di pace e amore che oggi è ancora più attuale e necessario e va al di là del senso religioso, coinvolgendo chiunque.

Le basiliche dedicate a San Francesco e Santa Chiara sono poste sui due lati diametralmente opposti della strada principale. Iniziamo la nostra visita dalla Basilica di San Francesco.

Complici anche i giorni di festa, il piccolo borgo è affollato di turisti. Tuttavia il fascino di Francesco in qualche modo si fa sentire: non ci sono servizi d’ordine ma le file sono composte, le persone cortesi e sorridenti, come se tutti si sentissero in dovere di fare i bravi…

In pieno spirito francescano, affinché tutti possano sentirsi liberi di entrare, l’ingresso alla Basilica è completamente gratuito.

Noi acquistiamo le audio guide ma non entriamo subito. Ci prendiamo il tempo di una merenda in modo da poter visitare la chiesa sull’ora di pranzo e trovare un pochino meno confusione. La tattica funziona, le navate sono comunque affollate ma almeno non ci sono i blocchi di turisti dei gruppi organizzati, che ormai a quest’ora affollano i tavolini delle osterie, mentre noi trascorriamo un paio di ore a naso in su, persi fra le mille figure degli affreschi di Giotto e Cimabue.

I miei ricordi di scuola sono lontani e qui dentro mi sento più rapita dal senso di spiritualità che dall’arte, non ho per niente voglia di lanciarmi in spiegazioni. Ma le ragazze sono affascinate dagli affreschi e Asaria ha anche voglia di condividere con noi quello che ha appena studiato a scuola… così si improvvisa guida turistica e ci spiega la conquista della spazialità nella pittura di Giotto. E mi strappa un sorriso, perché lo fa’ nel modo diretto e semplice di un adolescente: fortissimo Giotto, è il primo che inizia ad usare il 3D!

Nella Basilica Superiore il ciclo di affreschi di Giotto racconta i tanti episodi della vita di San Francesco e, poiché molti sono ambientati nell’Assisi del 1200, la visita è un ottimo modo per avere qualche anticipazione sulle piazze e i monumenti del borgo.

Usciti dalla chiesa mangiamo la crescia ripiena che ci siamo portati, sdraiati nel prato di fronte alla Basilica Superiore, sotto un inaspettato sole cocente.

Ma dove si trova un prato in discesa di fronte ad una chiesa, dove i bimbi possono fare le capriole ed i frati vedendoli si fanno due risate?

Per arrivare a Santa Chiara attraversiamo il borgo. La Piazza del Comune in passato era il foro romano e ancora oggi è visibile il colonnato del Tempio di Minerva, inglobato in una chiesa. La stessa immagine che abbiamo visto un’ora prima nella rappresentazione di Giotto!

Anche la Basilica di Santa Chiara ospita al suo interno preziosi affreschi ed anche il crocifisso dipinto su tavola che secondo la tradizione avrebbe parlato a San Francesco.

Usciti dalla chiesa ci intratteniamo un po’ sulla piazza a terrazza per ammirare il paesaggio mentre le ragazze tornano piccine e salgono sulla giostra carosello, una gita sul cavallino con vista indimenticabile sulla facciata rosa di Santa Chiara. Michele scatta una foto bellissima e sovrappensiero la manda sul nostro gruppo di famiglia…e non solo: inavvertitamente la foto è inviata a tutti i suoi contatti di lavoro. Se ne accorge dopo pochi secondi, quando il telefono inizia a ronzare ininterrottamente, inondato da una moltitudine di cuoricini in risposta allo sconsiderato messaggio…Indimenticabile la sua espressione inorridita da ragazzaccio allergico alle romanticherie!

In questo piccolo viaggio oltre alla dolcezza abbiamo un’altra costante: le fughe dalla pioggia, infatti dopo pochi passi in centro iniziamo a sentire qualche goccia e rientriamo in camper appena in tempo.

Nel tardo pomeriggio la nostra casa con le ruote è parcheggiata appena fuori Perugia, a dieci minuti a piedi dalla fermata Fontivegge della minimetrò.

Minimetrò è: salita evitata e bambini felicissimi…come sulle giostre! Si tratta di un simpaticissimo sistema di trasporto automatico con piccole navette su rotaia, davvero ben congegnato e comodo, che assomiglia moltissimo ad un trenino da parco divertimenti.

Raggiungiamo Perugia fra le risate, con l’intenzione di un primo breve sopralluogo. Ma la crescia di oggi, ammetto, era un po’ misera. Probabilmente mi ero fatta prendere la mano dallo spirito francescano ma il mio equipaggio non apprezza il digiuno. Così, alle sei siamo già seduti ad un tavolino in attesa degli stuzzichini da aperitivo. Purtroppo la nostra scelta frettolosa non è un granché, noccioline e mortadella non rappresentano proprio la mia idea di aperitivo umbro.

Ancora affamati e insoddisfatti rientriamo in camper. Un’occhiata al frigo e alle varie delizie acquistate a Gubbio ed in pochi minuti la nostra cena gourmet è in tavola: stasera uova al tartufo!

Perugia – Montemurlo

Dopo la serata improduttiva di ieri stamattina ci comportiamo da turisti modello. Arriviamo prestissimo in centro a Perugia e visitiamo subito il Duomo.

La cattedrale è dedicata a San Lorenzo tuttavia al suo interno assomiglia più ad un luogo di culto mariano. Al centro infatti c’è una colonna interamente ricoperta di ex voto alla Madonna ed una delle reliquie più famose che viene qui conservata è proprio un anello che si dice le sia stato regalato in occasione delle nozze. Ovviamente appena entriamo scatta subito la caccia, che non è particolarmente difficoltosa perché l’anello è custodito nella prima cappella a destra dell’ingresso. E’ un cerchietto di onice molto semplice ma è protetto da un ingegnoso sistema di “allarme” tipicamente medievale: chiuso in un forziere che ha bisogno di ben quattordici chiavi per essere aperto…sette in possesso del Comune, quattro alla Cattedrale, una all’arcivescovo e due dai collegi dei mercanti cittadini!

Lasciata alle spalle l’elegante Piazza IV Novembre ci avventuriamo alla scoperta di una Perugia meno conosciuta ma altrettanto affascinante.

La zona dei Morlacchi e i tipici vicoli, la scalinata dell’antico acquedotto medievale, l’arco etrusco nell’antica cinta muraria, sono tutti luoghi suggestivi che offrono scorci caratteristici per qualche bella foto e l’occasione di qualche bella storia…

Terminiamo la nostra visita alla cappella San Severo. Qui, in ciò che resta del monastero di San Severo, ormai adibito ad abitazione privata, in una minuscola e anonima cappella si può ammirare uno splendido affresco di Raffaello e del Perugino… tesori inaspettati e rimpiattati in ogni dove!

Scarpiniamo un altro po’ fra le scalinate del rione di Porta Sole e salutiamo Perugia con la splendida vista dei tetti rossi dalla terrazza panoramica.

Il nostro pranzo è velocissimo con un panino in fast food, il dolcino ci aspetta nel primo pomeriggio alla Casa del Cioccolato.

Quale modo migliore per addolcirci il rientro se non sgranocchiare cioccolato…in attesa della prossima partenza!

Giochi e Curiosità: Perugia, La ricetta segreta del Bacio®…un dolcetto fatto di cioccolato e amore.

https://www.perugina.com/it/casa-del-cioccolato/la-casa

Simona Gelardi

Torna in alto