Giochi e Curiosità: Umbria, Citerna, La spada nel pozzo.

Durante la seconda guerra mondiale Citerna, come molte città intorno, subì terribili bombardamenti e rastrellamenti da parte dei soldati nazisti.

La storia che nonna Antigone mi ha raccontato tante volte si svolse proprio qui in quel periodo.

La nonna raccontava volentieri episodi della guerra e io avevo la sensazione che per lei fosse liberatorio poter condividere con noi le paure e le sensazioni che in quei momenti aveva dovuto affrontare da sola, unica responsabile per se stessa e per i suoi due bimbi di pochi anni.

Erano stati momenti di grande paura, dove l’unico obiettivo era tenere salva la pelle. Così era stato anche quel giorno, quando i soldati entrarono in paese. La voce si sparse velocissima, dall’alto della strada principale fino in fondo, vicino alla seconda porta di ingresso della città, accanto alla caserma dei carabinieri, dove abitavano i miei nonni.

I tedeschi stavano controllando casa per casa, alla ricerca di armi.

Se ne trovavano, le avrebbero requisite. E avrebbero fucilato tutti gli abitanti della casa.

La nonna non era un soldato, il nonno era in guerra chissà dove e quindi non avrebbero dovuto esserci armi in casa…e invece una c’era.

Era una spada ricurva, con un’elsa dorata e tutta decorata di pietre dure, che il mio nonno Ignazio aveva riportato anni prima dalla guerra in Albania e che faceva bella mostra di sé appesa al muro in sala.

Nonna Antigone non ci pensò due volte. La staccò dal muro e la gettò nel pozzo dietro casa.

I giorni seguenti, passata l’emergenza, provarono a recuperarla rovistando con il secchio in fondo al pozzo, senza successo. Quando il nonno tornò a casa forse nonna Antigone non ebbe cuore di raccontare la verità, forse…chissà. Fatto sta che dopo qualche tempo ripartirono per un’altra città e la spada restò là in fondo al pozzo.

Oggi dopo più di settanta anni, girellando per le stradine di questo paesino che nello stemma ha rappresentato proprio un pozzo, mi chiedo se la spada del nonno sia ancora qui, adagiata sul fondo di una delle tante cisterne domestiche che danno il nome al suggestivo borgo di Citerna.

Simona Gelardi

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