Grecia del Nord – Mare smeraldo e venti da est: alla scoperta dell’ultimo lembo di Grecia alle porte d’oriente.

Isola di Thassos e Tracia occidentale, Penisola Calcidica (Sithonia), Salonicco, Meteore

11 agosto: Ancona – Igoumenitsa

Appena partiti per il viaggio d’estate, quest’anno di nuovo Grecia!

Il nostro primo viaggio in questo splendido Paese è stato nel 2010 e ne abbiamo un bellissimo ricordo. Infatti oltre ad una meravigliosa vacanza quell’anno l’estate in Grecia ci regalò anche la splendida notizia di essere in attesa della nostra piccola Alice.

Per cui era assolutamente necessario tornarci con tutte e due le nostre bimbe!

Anche se avrei una voglia matta di puntare Atene, muoversi con due bimbette che hanno appena compiuto 2 e 5 anni impone scelte un pochino più leggere. Quindi per questa volta escludiamo la Grecia classica e puntiamo ad una vacanza di mare, alla ricerca di baie e spiagge nascoste.

E comunque il blu del mare della Grecia non mi sembra un gran sacrificio!

Anche se fra me e me penso che sarà opportuno puntare anche qualche obiettivo un po’ più lontano e avventuroso che distragga Michele, che si indispone solo a sentir parlare di vacanza rilassante.

Le terre meno conosciute del nord, che si avvicinano alla Turchia e mescolano la cultura greco ortodossa con quella musulmana, magari spingendosi fino ad Istanbul…vedremo, intanto partiamo!

Ieri sera dopo cena abbiamo percorso il tratto Prato-Ancona e stamattina ci siamo imbarcati poco prima di pranzo. Alice dorme sulle mie ginocchia, Asaria sta disegnando e il babbo legge… chissà che non si riesca ad arrivare indenni allo sbarco.

12 agosto: Igoumenitsa – Asprovalta.

Il viaggio in nave è trascorso tranquillo.

Abbiamo viaggiato con il camping on board, che ti permette di imbarcare il camper e restarci durante la traversata, invece di usare la classica cabina, pur usufruendo di tutti i servizi accessori che la nave mette a disposizione, compresi i bar (ed i cocktails colorati!) e gli spazi comuni.

Così le bimbe si sono godute il bello del viaggio in mare, il tramonto, la cena con i pita gyros, un bel cartone animato spaparanzate sui cuscini della saletta bimbi in compagnia di altri marmocchietti e poi a nanna nei propri lettini, cullate dalle onde! Stamattina quando siamo ripartiti dormivano ancora, si sono svegliate con il movimento del camper che scendeva dal ponte della nave e si sono messe tutte e due al finestrino della loro cameretta a guardare lo sbarco.
Abbiamo fatto colazione e via! Partiti alla volta di…boh?

Stavolta siamo messi male, il nostro itinerario mentale è davvero ingarbugliato.

Ora che siamo qui la tentazione di tirare dritto verso nord e arrivare fino ad Istanbul è fortissima ma abbiamo paura dell’ira funesta dei nonni che ci hanno vivamente sconsigliato di portare in Turchia le loro nipotine, dato il periodo politicamente un po’ confuso. Così ci facciamo guidare un po’ dal cuore e un po’ dalla fifa verso i nonni: in Turchia andremo un’altra volta, magari un week end lungo con un volo per Istanbul. Ma intanto decidiamo di dirigerci comunque il più possibile a nord: le zone di confine meno conosciute della Tracia e della Macedonia.

E poi ovviamente tanto mare, quello della Calcidica, le cui sabbie fini e le acque turchesi le hanno valso ben 96 bandiere blu.

Per me sarà anche l’occasione di raccontare, un pezzettino alla volta, una delle più belle storie di tutti i tempi, che lega il mare della nostra Italia con quello della Grecia. Una storia alla quale sono particolarmente affezionata, l’Odissea.

Da bambina trascorrevo lunghi periodi in un campeggio a picco sul mare, senza televisione e… internet non esisteva neppure. Davanti agli occhi solo il blu del mare e gli scogli aspri della Liguria, nelle orecchie la voce di mio padre che tutti i giorni mi raccontava una delle mille avventure di Ulisse.

In questo viaggio con tanto mare le sue storie, anche un pò romanzate, mi tornano in mente…

Girellando per la Grecia, fra mare e leggende, cosa c’è di meglio da raccontare a due bimbe se non il viaggio di Ulisse!

Giochi e curiosità: Grecia, Il mare blu e il viaggio di Ulisse.

Una volta decisa la nostra meta, Michele mi prende alla lettera: dritti al nord! Dalla mattina alle sette, sbarcati freschi freschi, guida quasi ininterrottamente da Igoumenitsa a Stravos.

Non troviamo soste libere, per cui proseguiamo ancora fino ad Asprovalta.

Quando finalmente riusciamo a scendere dal camper è già pomeriggio inoltrato ma scoviamo una sosta libera ottima: doccia libera sulla spiaggia e almeno altri sette o otto camper che ci dicono di essere lì da qualche giorno. Parcheggiamo poco più avanti di un inquietante cartello che intima di non fare campeggio libero…niente campeggio, promesso, stasera abbiamo bisogno solo di qualche ora di riposo e di un tuffo in mare!
Il paese è pieno di mercanti bulgari che vendono frutta, giocattoli e palline fritte ricoperte di miele; le bimbe hanno fatto un giro sulle giostre e io ho comprato fichi, pesche e un grappolo di uva con degli acini dolcissimi e grandi come susine! (Sosta lungo mare di Asprovalta).

13 agosto: Asprovalta – Thassos

Abbiamo trascorso la mattinata al mare e siamo ripartiti dopo pranzo alla volta di Kavala. Viaggiamo con calma, approfittando del pisolino di Alice, sono poco più di due ore di viaggio.

Kavala sembra davvero carina ed è fornita di un unico, enorme campeggio dotato di tutti i comfort. Entriamo per cercare una piazzola. La musica in spiaggia è altissima, si sente dall’ingresso e ci sono anche le piscine con i gonfiabili.

Sembra assolutamente divertentissimo ma, come dice Michele, io purtroppo sono nata già vecchia. Questo non è proprio quello che cerco.

Io ho voglia di qualche notte di riposo, di un posto dove poter vedere le stelle e ascoltare solo il mare…oltre agli strilli delle mie figlie, naturalmente.
Per cui decidiamo di affrontare la sorte e malgrado la stanchezza ci rimettiamo in viaggio.

Direzione: Thassos, l’isola più settentrionale della Grecia, a poca distanza dal confine macedone. Su un diario on line ho letto che si tratta di un’isoletta piena di capre, mare splendido e campeggi poco pretenziosi…
Il problema è che qui da Kavala il prossimo traghetto parte alle 20:00 e sbarca alla 20.45 troppo tardi per arrivare in un campeggio con le bimbe e dobbiamo anche farle cenare! Invece da Keramoti il prossimo traghetto sarebbe un po’ prima, alle 19:00…avremmo una mezz’ora per tentare.

Michele mette in moto e riparte…e parte anche una vera gara contro il tempo. Ovviamente, dal momento che abbiamo una furia paurosa, il navigatore ci abbandona senza motivo nel pieno centro storico di Kavala e noi ci perdiamo per le stradine della cittadina greca: sensi unici e terrazzi bassi…troppo bassi per il nostro mezzo. La grossa sagoma di un autobus ci appare come un dono dal cielo. Decidiamo di seguirlo: se da queste minuscole stradine piene di infidi terrazzi riesce a passare lui, riusciremo anche noi e da qualche parte si arriverà.

Vaghiamo per una decina di minuti dietro il bus e poi cominciamo a vedere i cartelli con le indicazioni per Salonicco: è da tutta altra parte ma indica una superstrada, l’ideale per tirarci fuori dal paese!

Usciti dal labirinto delle stradine di Kavala, forse spingendo un filino sull’acceleratore, arriviamo all’imbarco per il traghetto proprio all’ultimo minuto: il bigliettaio ci fa cenno con la mano, ormai ci aspettano.
Facciamo i biglietti e si riparte via mare. Durante il viaggio sopra di noi volano i gabbiani e le bimbe si divertono a lanciare le patatine in acqua e a vedere gli uccelli che si lanciano per beccarle.
Per ingannare l’ultima ora di percorso trasformiamo il camper in una “discoteca”: bimbe davanti con noi (oggi siamo un po’ poco rispettosi delle regole…) ballo libero e musica a palla…ovviamente sul nostro camper si ascolta il pulcino pio e il ritmo del mitico re Julien della Disney!
Comunque il campeggio ripaga lo sforzo: ci sono le stelle nel cielo limpido, la piazzola sul mare, il silenzio e…nient’altro!

Purtroppo per Michele non ci sono nemmeno gli scarichi per le acque grigie e così il povero marito si ritrova a trascorrere un’oretta a vuotare a secchiate il serbatoio.

14 – 15 agosto: Thassos

Decidiamo di trascorrere qui a Thassos il ferragosto. Il campeggio è davvero molto spartano ma si trova in una bellissima baia. Abbiamo gonfiato il canotto e siamo andati all’avventura nella baia accanto.

Tutti rientrano in campeggio con polipi e secchiate di chiocciole di mare.

Solo noi non riusciamo a pescare nulla ma non ci rammarichiamo troppo e risolviamo il problema andando a mangiare il pesce al ristorante.

Le taverne sono molto economiche e si mangia bene. Polipo alla griglia, pesce arrosto, souvlaki, olive, ouzo e yogurt con il miele, in un angolo un trio suona il sirtaki e le bimbe ballano…una vera cenetta greca!

Giochi e curiosità: Thassos, il mare delle Sirene.

16 agosto: Thassos – Keramoti – Porto Lagos

Ripartiamo in tarda mattinata e facciamo un giro dell’isola alla ricerca di qualche bella baia dove pranzare e fare un bagno.

Mentre viaggiamo Asaria ci dice di aver visto dei camper sulla sabbia del lungomare sottostante all strada. Dopo averle richiesto conferma un paio di volte, proviamo a fidarci: dritti giù per una strada sterrata verso la spiaggia. Sarà che la strada è lunghissima o sarà perché Michele la deve percorrere a passo di lumaca ma a me sembra di non arrivare mai.

Dieci lunghi minuti di ferrea convinzione che dovremo chiamare il carro attrezzi per recuperarci quaggiù e di sicuro l’assicurazione non ci ripagherebbe questa scelta malsana, quand’ecco che ci appare la piccola baia di Kinyra, una delle più belle spiagge che io abbia mai visto!

Scogliere tutte intorno ad una spiaggia di ciottoli su cui si riesce a parcheggiare in riva al mare. Accanto a noi un bar e una decina di ombrelloni di paglia. Con 5 € affittiamo ombrellone e due sdraio: oggi pranziamo qui! Poi subito a fare il bagno, in acqua hanno messo dei sentieri di cuscini riempiti di sassi, per camminare agevolmente 5 o 6 metri ed arrivare in mezzo al mare, dove si tocca ancora ed il fondo è sabbioso.

Il mare è un po’ mosso, molto bello ma poco adatto per la piccola Alice, per cui decidiamo di ripartire dopo pranzo, per finire il giro dell’isola e tornare sul continente.

Giochi e curiosità: Grecia, Poseidone, il permaloso dio del mare.

17 agosto: Xanthi – Fanari

Trascorriamo la notte in campeggio a Fanari e ripartiamo il mattino presto in direzione Xanthi, un antico centro di origine ottomana che in passato era uno degli snodi principali nel commercio del tabacco.

Il mercato è molto caratteristico, abbiamo comprato frutta e verdura e abbiamo pranzato con la specialità del luogo, la mpougatsa, una pasta sfoglia ripiena di carne e formaggio, verdure o ricotta e miele. Qui sembra essere la vera specialità del luogo, insieme alla onnipresente baklava. Purtroppo non è prevista nessuna alternativa senza glutine, per cui io vado avanti ogni giorno mangiando gyros senza la pita…menomale che mi piace! Michele ha provato ad ordinare una birra ma senza successo: è sabato e nel quartiere musulmano, dove ci siamo fermati a mangiare, non servono alcolici nemmeno agli stranieri. Anzi per punizione, per compensare la figuraccia che ci ha fatto fare, gli ho ordinato una bottiglietta di yogurt acido da accompagnare al gyros, un’ottima alternativa analcolica che lui però non ha gradito molto!
Dopo pranzo abbiamo fatto un giro veloce della città. La città vecchia di Xanthi ha mantenuto il suo aspetto originario con strade tortuose ed edifici bassi, inframezzati da eleganti palazzi appartenuti ai mercanti più facoltosi, ma, forse complice il clima, tutto appare un po’ trasandato. Sicuramente sarebbe stato interessante entrare in chiese o moschee visto che ci troviamo a pochi chilometri dalla frontiera turca ma il caldo è davvero pesante e la visita secondo me non merita un gran ché.

Ripartiamo nel primo pomeriggio, approfittando come sempre del pisolino delle bambine.

Ci siamo avventurati nei dintorni della città, le zone agricole della Pomachia.

Qui ci sono dovunque coltivazioni di tabacco, ogni tanto spunta il minareto di una moschea e capita spesso di vedere passare in motorino coppie di ragazzi, con la lei seduta sempre all’inglese, di fianco, tutta vestita con il tradizionale abito e lo chador con la “cupola” sul capo.

Alle cinque ci fermiamo incuriositi da un nuovo suono nel bosco, una cantilena in lontananza: un muezzin sta “cantando”…

Arriviamo per cena a Fanari. Il campeggio Fanari si trova in piena oasi naturalistica ma non è una meraviglia, anche se le mie figlie si sono subito innamorate dei bagni, popolati da colonie di orribili rospi che ti guardano mentre ti lavi i denti.

Qui ci sono parcheggiati solo mezzi di stanziali bulgari in villeggiatura, il turismo da queste parti è in prevalenza proveniente dai Balcani e dall’est Europa.

Noi siamo l’unico camper che ancora ha le ruote funzionanti, probabilmente uno dei pochi mezzi che non sia stato adibito a bidonville.

Dalla finestrella della mansarda vedo Michele parlare con un signore molto interessato al nostro camper, poiché ha potenzialmente otto posti letto…

E poi, penso io, il signor bulgaro all’esigenza lo potrebbe addirittura soppalcare, qui dentro ci potrebbero stare un paio di famiglie allargate…

Speriamo di non ritrovarsi domattina a dormire fuori sul materassino mentre il nostro camper viaggia verso la Bulgaria senza di noi!

18 agosto Komotini

Prima di dirigerci verso Komotini ci fermiamo a Porto Lagos per visitare Agios Nikolaos Kloster, una curiosa chiesetta al centro di un lago, edificata su più isolotti e raggiungibile attraversando un caratteristico ponte di legno.
Noi in vacanza perdiamo un po’ il senso del tempo ma oggi è domenica, per cui abbiamo la fortuna di trovare la chiesetta in piena attività. A fare gli onori di casa ci sono tre preti ortodossi, tutti vestiti con i tipici paramenti liturgici, ed una quantità di candeline accese che galleggiano in bacinelle riempite con acqua e sassi.

La città di Komotini invece è una grande città universitaria e la domenica mattina la gente latita un po’. Facciamo un giro veloce fra le stradine del quartiere vecchio e della nuovissima piazza, che è piena di locali alla moda e probabilmente stasera sarà piena di vita. A me piace sempre vedere gente diversa che si mescola e questo è proprio quello che sembra accadere in questa città. Abbiamo visto ragazze con il velo sul capo e i libri in mano, sedute a ridere e chiacchierare al bar con i compagni di università ed anche una bizzarra coppia di amiche, una tutta velata da capo a piedi e l’altra tutta succinta e con trucco e abbigliamento pesantemente dark!
La zona più suggestiva è sicuramente quella del quartiere turco. Le vetrine dei negozi di vestiti hanno i manichini vestiti con l’hijab, le pasticcerie con le lucide baklava in vetrina, gli antiquari che vendono narghilè e servizi da caffè turco.

Tutto quello che ci circonda ci ricorda quanto è vicina la Turchia.

Però per noi più dei turchi poterono i nonni e quindi stasera invertiremo la rotta per dirigerci di nuovo verso sud. Ma prima ci fermiamo per un pranzo tipico presso una delle tante taverne che hanno apparecchiato i tavoli fuori. Il nostro locale si affaccia su una stradina coperta dalle viti rampicanti e noi siamo attirati inesorabilmente dal profumo di spezie e dal fresco delle piante.

Anche qui nessun problema per il pranzo senza glutine, basta dire koris glutinè e solitamente il cameriere capisce. Ovviamente niente polpette e purtroppo niente moussaka, ma c’è il polipo alla griglia, lotzatziki, l’insalata di patate e l’insalata con la feta, i souvlaki di pollo o di agnello, il gyros…sono tutti cibi già naturalmente senza glutine. Personalmente ho sempre evitato la loukanika, la salsiccia greca, poiché non sono proprio sicura per un’eventuale contaminazione.

A parte evitare il glutine però secondo me, quando si mangia in queste zone, è utile imparare a dire anche “no cipolla” perché altrimenti dovunque qualsiasi piatto viene ricoperto di rondelline un po’ troppo “profumate” e che nei rapporti sociali potrebbero rivelarsi più pericolose del glutine…

19 – 20 – 21 – 22 agosto Camping Armenistis

Viaggiamo nel primo pomeriggio diretti verso la Sithonia, il “dito” centrale della Penisola Calcidica. Nei diari che ho letto viene descritto come il più selvaggio e il meno festaiolo, solo natura per anime ruvide…evidentemente la mia meta ideale!

Dopo aver cercato senza successo una sosta libera a Vourvourou, rinunciamo e andiamo dritti al campeggio Armenistis. Ci è stato consigliato già da più persone, perfino il casellante dell’autostrada greca ci ha dato questa indicazione quando ci ha visti con il camper.

In effetti il campeggio è davvero grazioso, sorge interamente sul mare ed è tutto di recente costruzione e dotato di ogni comfort: market; parco giochi in spiaggia; ristorante e locali con musica dal vivo.

Inoltre, dettaglio che per me non è sottovalutare, l’area dedicata alla sosta è vicina alla costa e separata da quella dell’animazione, per cui dalle piazzole non si sente il minimo rumore se non il cantilenare del mare…

La cosa veramente curiosa, che abbiamo notato anche in altri campeggi in Grecia ma che qui sembra essere una vocazione, sono gli allestimenti delle varie piazzole. Ogni piazzolina si è dotata di gazebo con candeline e centrotavola illuminato, sempre tono su tono: chi tutto arancio, chi tutto rosa, chi ama il verde…la sera sembra di essere in un villaggio fatato.

Io non resisto e con le bimbe costruiamo anche noi delle lanterne con delle vecchie zuccheriere di vetro colorato e dello spago, da appendere alle finestrelle e alla veranda del nostro camper!

Il mare è splendido ed Asaria ha fatto amicizia con un bimbo di Praga, Ghiorghi, con cui passa giornate a giocare intendendosi in una lingua bambinesca per noi sconosciuta.

Loro si divertono e noi ci rilassiamo, per cui decidiamo di rimanere qui ancora qualche giorno.

Martedì abbiamo provato ad avventurarci nuovamente con il gommone, armati di maschera e pinne ma, come sempre, non riusciamo a pescare nemmeno uno scarpone rotto.

Inoltre, malgrado i miei mille racconti su Ulisse e il mare, Alice non è per niente convinta di dover navigare: ogni volta che Asaria o il babbo si tuffano lei comincia ad urlare “io no, io no!!”, si aggrappa alla ciambella – che insiste a tenere addosso occupando più della metà dello spazio disponibile – e tenta di arrampicarsi in lacrime su di me. Un vero lupo di mare!

Asaria invece non si lascia intimorire. Ogni volta prima di entrare in acqua ci chiede se qui ci sono pesci che mangiano i bambini e, alla nostra risposta negativa, si tuffa serena insieme al babbo. Oltretutto, anche nuotando, non rinuncia alla sua attività principale: chiacchierare dovunque e con chiunque. Malgrado si sia in mare aperto e ci siano un bel po’ di onde, lei inizia un giro di saluti – ciao, hello! – con un pedalò occupato da tre ragazzi greci…
Sarà perché è ancora piccola o per la sua socialità irrefrenabile ma Asaria parla con chiunque ed è seriamente convinta che tutti la capiscano. Le abbiamo spiegato più volte che qui non parlano italiano ma lei non si dà per vinta. Appena vede bambini si butta, inizia a parlare e di solito quelli, evidentemente tramortiti, cominciano a giocare con lei…super tattica!

23 agosto Armenistis – Porto Koufo

Ok, il relax era necessario ma ormai siamo fermi da quattro giorni e Michele freme. In effetti anche io comincio ad annoiarmi e così ripartiamo alla ricerca di qualche sosta libera e qualche altra spiaggetta affacciata su un bel panorama con cui riempirci gli occhi.

Molte delle aree sosta segnalate nei diari di viaggio di qualche anno fa sono attualmente divenute campeggi. Seguiamo le coordinate per Neos Marmaras, intenzionati a raggiungere il minuscolo Porto Koufo, ma ci perdiamo su uno stradone scalcinato che sembra allungarsi in mezzo al niente.

Siamo soli, noi e qualche gregge di capre che ogni tanto ci attraversa la strada. Michele afferma tranquillo che stiamo seguendo un troncone principale ma per la verità diverse volte siamo finiti in stradine senza sfondo, con meravigliose vedute panoramiche in cima a dirupi sul mare.

Bellissimi panorami ma mare irraggiungibile e sosta impossibile!

Comunque devo ammettere che senza Michele e il suo senso dell’orientamento innato, io sarei riuscita a ritrovare la strada per uscire da lì forse dopo Natale.
Finalmente nel tardo pomeriggio arriviamo a Porto Koufo e ci fermiamo per un paio di notti in sosta libera.

L’area è graziosissima. Siamo su un istmo che si affaccia su una baia chiusa, con un mare sabbioso e sempre piatto come una tavola. Sembra più di essere sulle rive di un lago che al mare.
Ci sono parcheggiati altri cinque camper, anche di italiani, quasi tutti con il gommone, perché sembra proprio un posto comodo e sicuro per lasciare la barca. Qui ci si rilassa anche solo guardandosi intorno: tutta questa acqua piatta, i monti, il tramonto e il silenzio…
La sera siamo andati a mangiare in paese alla taverna Taverna Tzitzikas. Il cameriere ha capito perfettamente il mio problema, mi ha consigliato alcuni piatti (fra cui le cozze in umido con la feta!) e sconsigliato altri, come per esempio un insalata dove c’era del surimi poiché non era sicuro. Abbiamo mangiato fino a scoppiare, molto bene e a prezzi decisamente bassi.

25 agosto Porto Koufo – Porto Elena

Lasciamo a malincuore Porto Koufo ma siamo costretti a muoverci perché le nostre risorse di acqua, sufficienti per due giornate soltanto, ormai sono a fine. Vogliamo andare a Porto Elena, un’altra sosta molto consigliata. Ma forse questa settimana di mare ci ha rilassati troppo, perché la mattinata ci si è rivoltata contro in un susseguirsi di imprevisti!
Partiamo. Sono circa le dieci e la prossima sosta dovrebbe essere vicinissima, una decina di kilometri più avanti.
Andiamo a passo di lumaca tanto abbiamo tempo, ci godiamo il panorama, io canto con le bimbe, il viaggetto dovrebbe durare cinque minuti…
Trovata la sosta ci mettiamo alla ricerca di una fonte per l’acqua. Un camperista fiorentino ci indica un market vicino. Dovremmo ritornare sulla strada principale e trovarcelo a fianco. Tanto vale farlo subito. Ma evidentemente svoltiamo dalla parte sbagliata, ritornando un’altra volta a Porto Koufo. Quindi torniamo indietro e discendiamo nuovamente la strada per Porto Elena, convinti di non avere visto il market… ma no, il market proprio non c’è! Per cui risaliamo un’altra volta (la terza) e stavolta svoltiamo dalla parte giusta. Dopo duecento metri eccoti il market.

Ci fermiamo a fare la spesa e a rifornirci di acqua, ma ormai è l’una e noi non ci spieghiamo come abbiamo fatto ad impiegare oltre tre ore per percorrere meno di dieci kilometri!!
Decidiamo comunque di scendere nuovamente per parcheggiare e pranzare comodi sul mare e ci fermiamo con il camper sulla spiaggia…forse troppo sulla spiaggia. C’è vento e si sta bene ma poco più avanti abbiamo visto delle soste sotto i pini. Così mettiamo di nuovo in moto, la prima e via!

Ma il camper non si muove più.

Michele riprova e il nostro povero camper affonda inesorabilmente nella sabbia. Ecco, siamo bloccati. Come sempre nei miei peggiori incubi io immagino già il carro attrezzi con la gru che solleva di peso il mio adorato camperino…
In pochi minuti tutti i camperisti presenti in spiaggia sono intorno a noi. Un signore tedesco ci presta delle strisce zigrinate per far presa sotto le ruote. Visto che il camper affonda sempre più ad ogni nostro tentativo di movimento, Michele e il tedesco provano a mettere dei sassi sotto le ruote per rendere il terreno più solido. Un masso così enorme che evidentemente non avrebbe potuto scalare nemmeno un fuoristrada ma nel pieno panico l’evidenza e la logica ormai non ci appartengono più. Risultato: il camper continua ad affondare inesorabilmente ed anzi, il sasso si incastra fra lo sportello ed il terreno.
Ognuno ci dà un consiglio diverso in una lingua diversa fin quando finalmente in mezzo a questa delirante babele sentiamo parlare…toscano! Un camperista di Campi Bisenzio, che si presenta in qualità di esperto di camper insabbiati, si mette alla guida del nostro povero mezzo e magicamente, anche grazie all’aiuto di una ciurma di bagnanti che spingono…finalmente siamo liberi!
Stavolta parcheggiamo sicuri accanto al nostro eroe, che astutamente aveva sistemato il suo camper in pineta e non sul bagnasciuga, e decidiamo di passare qui la notte: ormai siamo psicologicamente stremati!
Asaria è felicissima di essere in compagnia di bimbi italiani ma ormai io ho sviluppato una certa antipatia per questo posto e comunque il mare è bruttino, difficilmente accessibile perché il fondo è tutto di scoglio ricoperto di alghe scivolose e l’acqua bassa per molti metri, per cui domattina si riparte!

25 agosto Porto Elena – Salonicco – Methóni

Decidiamo di fare subito le altre poche tappe “culturali” che ci restano, in modo da riservarci due giorni liberi per fare mare e riposarci un po’ prima del rientro. Per cui subito dopo pranzo ci dirigiamo verso Salonicco (Thessaloniki) dove arriviamo nel pomeriggio.

Il giro per cercare aree di sosta libere in città non ha dato il risultato sperato perché non abbiamo incontrato altri camper, né in sosta né in giro per le strade.

Decidiamo di restare qui per cena ma di andare poi a dormire in un campeggio fuori città. Troviamo parcheggio sotto la Torre Bianca e visto che ormai il tempo è poco scegliamo di fare un giro sul pullman turistico a due piani. Non sarà una scelta da viaggiatori incalliti ma alle bimbe piace sempre tantissimo e noi ci possiamo godere una rilassante panoramica sulla città. Siamo scesi per una breve passeggiata a piedi nella Ana Poli, la parte alta considerata il centro storico della città.

Il quartiere di Ana Poli è l’unico sopravvissuto al grande incendio che, all’inizio del secolo, distrusse gran parte di Salonicco e mantiene un’atmosfera unica. Le casette sono di legno, verniciate in più colori e da qui si gode di uno splendido panorama sul mare e sulla città nuova.
La sera ceniamo con gli immancabili gyros (un’altra volta!) e poi come da programma andiamo alla ricerca del campeggio Agiannis a Methóni. Ovviamente ci perdiamo, niente di eccezionale vista la piega disgraziata che sta prendendo questa vacanza. Passata la mezzanotte stiamo ancora vagando per la campagna greca, fra gli ulivi che ormai nel buio mi sembrano alberi scheletrici da film horror… parcheggiamo nel campeggio che sono quasi le due di notte e iniziamo a pensare di rivedere un po’ il programma di domani mattina. (Camping Meteore)

26 agosto Verghina – Meteore

Il campeggio è minuscolo ma decoroso e poi ormai, dopo i rospi nei bagni dell’oasi di Fanari, sono pronta a tutto.

Tra l’altro è dotato di una inaspettata piscina sul mare, tutta decorata a mosaico, veramente graziosa e totalmente fuori luogo in questo posto dimenticato.

Quindi sfruttiamo l’occasione e trascorriamo la mattina in piscina!

Nel pomeriggio visitiamo la zona archeologica di Verghina (Aigai), un tempo capitale dell’antica Macedonia. Il sito, Patrimonio Mondiale Unesco, è affascinante e adatto anche alla visita dei più piccoli. Si possono vedere gli ingressi originali delle tombe a tholos e nel museo curiosare fra gioielli, vasellame e armature.

Asaria è rimasta molto colpita anche anche da un bel filmato introduttivo che spiega il lavoro degli archeologi, perché le ha fatto capire bene che tutte le cose che stava vedendo erano sottoterra e sono state “scoperte”…per dirla con lei: “proprio come ho visto nel cartone sui dinosauri!”
Nel tardo pomeriggio arriviamo nella zona delle Meteore, a Kalabaka.

Il paesaggio intorno a noi è bellissimo e molto particolare. Sembra di essere su di un altro pianeta: dalla terra si alzano dei pinnacoli di roccia liscia, punteggiata qua e là da fori tondeggianti, dove si racconta che vivessero i primi eremiti.

Questi strani monti sembrano colate di sabbia bagnata e sulla loro sommità troneggiano i campanili dei monasteri. La notte qui ci sono poche luci, la luna illumina le rocce sopra di noi e ci regala uno spettacolo decisamente suggestivo.

27 agosto Kalabaka Meteore – Igoumenitsa

Lo spettacolo delle meteore è rappresentato dalla loro straordinaria posizione e dallo splendido paesaggio riconosciuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO ed i monasteri arroccati sulla loro sommità rendono il sito unico nel suo genere.

Il mattino presto siamo andati a visitare il monastero di Varlaam, che risale al quattordicesimo secolo, famoso per la sua posizione ma anche per i suoi interni meravigliosamente affrescati.

Ci eravamo premuniti di zaino per portare Alice, merende e litri di acqua fresca, pronti a scalare il monte. Invece appena arrivati abbiamo scoperto con piacere che è possibile salire fino al monastero tramite larghe scalinate di pietra che costeggiano il contorno del pinnacolo. Un po’ di fatica ma secondo me sono più lunghe e ripide le scale per salire al quarto piano a casa nostra ed il paesaggio che si gode da questi strapiombi è meraviglioso.

Rientriamo in camper in tarda mattinata e pranziamo velocemente perché vogliamo arrivare entro stasera ad Igoumenitsa, alla ricerca di una sosta graziosa per trascorrere in tranquillità le ultime due notti in terra di Grecia.

28 – 29 agosto Igoumenitsa

Ormai siamo agli sgoccioli della nostra vacanza greca ed io sono un po’ a tirare le somme.

È stato un viaggio tranquillo, rispetto ai ritmi a cui eravamo abituati io e Michele ce la siamo presa piuttosto comoda. Ma è stato un viaggio utile perché abbiamo messo alla prova la “zingaraggine” delle nostre figlie, anche in vista di viaggi più articolati.

E devo dire che mi sembra che entrambe promettano bene…

Viaggiando verso Igoumenitsa Asaria ha capito che stavamo tornando a riprendere la nave per tornare a casa e ha cominciato a piangere dicendo che voleva restare ancora e che sarebbe andata volentieri all’asilo qui, pur di non ripartire!

Così, consolando lei, è andata a finire che mi sono messa a piangere anch’io.

Non sono poi così convinta di voler scendere dalla nostra meravigliosa casa con le ruote per tornare nella frastornante quotidianità della vita che si svolge fra le mura ben salde (ma un pochino noiose) di casa e ufficio.

E quell’insensibile di Michele, che nel frattempo si rotolava dalle risate, ci ha scattato anche due foto in lacrime, come ricordo di fine vacanza…

Giochi e Curiosità: Grecia, La fine del viaggio, Ulisse torna a casa.

Simona Gelardi

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