Basilicata 2018… tra Santi, briganti e parenti!

Giovedì 2 Agosto

Oggi pomeriggio ho dato una bella rassettata alla casa, ho preparato una noiosa ma sempre comoda insalata di riso e ho caricato i vestiti sul camper. Domani mattina sarà l’ultimo giorno di lavoro e abbiamo organizzato tutto per partire non appena rientro…probabilmente troverò Michele con il camper già in moto…!

Stasera a cena con le bimbe ci siamo guardati la puntata di Superquark sulla reggia di Caserta e poi… lo chef Rubio con Unti e Bisunti in Basilicata, ieri il documentario di Ghost Town su Craco e da un paio di settimane un po’ di film a tema, dal classico Cristo si è fermato ad Eboli all’irriverente Basilicata coast to coast.

Purtroppo quest’anno per problemi familiari abbiamo dovuto rimandare un po’ le ferie e fare due e non tre settimane, quindi Michele ha pensato ad un altro itinerario, differente da quello che avevamo ipotizzato quest’inverno, con meno distanze ma sicuramente ricco di possibilità…comunque come sempre, qualsiasi sia la destinazione, per me la vacanza è salire sul camper e questi ultimi giorni sto letteralmente friggendo dalla voglia di partire!!

Venerdì 3 Agosto Montemurlo – Caserta

Partiti! Non appena rientrata dal lavoro ho avuto appena il tempo di cinque minuti di doccia e un piatto di pasta (menomale esiste la suocera sempre disposta a spadellare per tutti!) e siamo partiti alle14 e 30 come da programma! Premetto che da settimane stiamo aspettando la telefonata dell’ospedale con gli esiti di alcuni esami medici per mia suocera ma, poiché ancora ad oggi malgrado la partenza rinviata non era arrivata risposta, abbiamo deciso di partire comunque, con l’idea di rientrare subito in caso di necessità. Ed ecco che, dopo appena due ore di viaggio, la povera Grazia ci chiama per dirci che la telefonata è appena arrivata…Io e Michele ci guardiamo…abbiamo aspettato fino ad ora apposta proprio per non lasciare sola la nonna in un momento di grande tensione e alla fine…siamo davvero tentati di rientrare subito. Poi Grazia ci richiama, sembra che fortunatamente non ci sia urgenza immediata, insiste perché noi proseguiamo, l’idea è quella di incontrarci comunque per stare un po’ insieme tra una settimana a Pomarico, Basilicata del sud, paese natale dei miei suoceri. Così infine ripartiamo e, malgrado questo inconveniente viaggiamo bene, solo pochi rallentamenti, arriviamo a Caserta poco dopo le otto, cena e nanna. (Area di sosta AA Feudo di San Martino)

Sabato 4 Agosto Caserta- Melfi

Alle 9:30 all’ingresso della Reggia incontriamo Maria Novella, la nostra guida Musement (https://www.musement.com) alla scoperta di questo magnifico palazzo. Si presenta con un simpaticissimo accento napoletano e conquista immediatamente l’attenzione delle bambine raccontando curiosità e storie. Grazie alla passione che ci sa trasmettere, il posto in cui ci troviamo diviene se possibile ancora più affascinante e la mattina scorre velocissima. A noi è piaciuto molto gironzolare con la nostra bravissima guida in carne e ossa ma in alternativa, se si ha meno tempo, all’ingresso della Reggia di Caserta è possibile acquistare una speciale audioguida per bambini, che potranno farsi svelare tutti i misteri di palazzo direttamente da Re Carlo e il suo amico Menino.     

All’una noi siamo di nuovo all’ingresso principale pronti per visitare i giardini. Anche se ci siamo portati i panini per non dover avere fretta nel rientro, comunque acceleriamo la visita perché dalle tre in poi le previsioni indicano un fortissimo temporale. Decidiamo quindi di prendere il pulmino per  salire nel punto più alto. I giardini sono davvero meravigliosi e meriterebbero una visita a parte, noi ce li godiamo rientrando verso la Reggia, con una passeggiata rilassante tutta in discesa. Per le tre del pomeriggio siamo di nuovo in camper, appena in tempo per sfuggire ad un temporale con i fiocchi. 

Giochi e Curiosità: Misteri a Corte.

Per la serata siamo tentati dall’idea di andare a mangiare una pizza a Caserta ma turisticamente la città sembra presentare poche attrattive che siano facilmente raggiungibili a piedi dalla nostra area di sosta, per cui decidiamo di ripartire subito alla volta di Melfi.

Raggiungiamo Melfi verso le sette di sera e, seguendo le indicazioni dei vigili, parcheggiamo accanto ad un altro camper nella piazza del Municipio.

Stasera nella piazza principale è  stato organizzato grande concerto rock…e così  una ninna nanna heavy metal ci accompagna fin verso mezzanotte. (Sosta libera, Piazza Pasquale Festa Campanile, di fronte al Municipio).

Domenica 5 Agosto Melfi – Laghi di Monticchio

Per scrivere di questa giornata ho dovuto attendere un paio di giorni e metabolizzare tutto, perché domenica 5 agosto il nostro viaggio ha preso una piega inaspettata o meglio, insperata. La città di Melfi infatti è stata inserita nel nostro itinerario sia per una motivazione turistica – proprio da non perdere la cattedrale normanna e l’imponente castello nel quale è allestito un ricco e ben curato museo archeologico – ma anche per una motivazione, come dire…del cuore. Melfi infatti è la città natale di entrambi i miei nonni materni, che sono partiti da qui alla ricerca di fortuna alla metà degli anni cinquanta, quando la mia mamma aveva pochi anni, e non hanno mantenuto alcun legame con i parenti di qua… in realtà io non so nemmeno se qualche parente qua fosse infine rimasto. Anni fa, al rientro da una girata in Puglia, i miei si sono fermati qualche ora qui a Melfi e ricordo mia mamma che cercava inutilmente dove fosse la sua vecchia casa… ma dei parenti nemmeno l’ombra. 

In casa mia la famiglia non è mai stata allargata oltre al babbo e alla mamma, a differenza della famiglia di mio marito, che comprende dai bisnipoti ai “quadriscugini” tutti allegramente e realmente uniti da veri legami di amicizia prima che di parentela. Così Michele in questi ultimi anni si è un po’ fissato sul fatto che io dovessi ritrovare le mie origini…ed eccoci al punto: in queste settimane prima della partenza ha tormentato quotidianamente mia mamma, fino ad ottenere alcuni indizi: i nomi dei bisnonni, il nome della strada della sua casa natale ed una foto, che ritrae lei piccolissima in braccio alla mia nonna, proprio di fronte alla porta della loro casa a Melfi. 

Così stamattina è iniziata una vera avventura, una specie di caccia al tesoro, indizio dopo indizio. Ci siamo diretti prima di tutto verso la Cattedrale e, dopo la visita, ci siamo fermati per una seconda colazione a base di “sospiri” (deliziosi dolcetti glassati ripieni di crema) nel bar di fronte e là ho tirato fuori la mia foto. Il barista, un vecchietto di poche parole, mi ha guardato storto e secondo me ha capito ben poco di quanto stavo cercando di fare. Tuttavia, probabilmente in modo inconsapevole, ci è stato utilissimo. Noi cercavamo invano sul navigatore via Mista, e lui ci ha subito corretto. Anche se il dialetto inizialmente ci ha un po’ fuorviato, dopo un po’ abbiamo capito che dovevamo cercare via dell’Amistà e non via Mista!

Un paio di minuti in salita rispetto alla Cattedrale e ci siamo ritrovati di fronte alla casa della foto.

Inutile dire che è stata una vera emozione. Purtroppo il nome sul campanello non corrispondeva a nessuno dei cognomi indicatomi dalla mia mamma, per cui dopo alcune foto di rito, abbiamo ripreso la strada in salita verso il castello, rassegnati all’idea di non avere alcun riferimento, alcun legame in vita ancora con questa città. E poi…e poi a questo punto è intervenuta la fortuna, il richiamo del sangue o il caso e la nostra visita a Melfi è diventata veramente speciale…

Nella salita che da via Normanni arriva al Castello, proprio appena sotto al Bed & Breakfast “Normanni” si trova un piccolo alimentari, con tre tavolini fuori per le merende, “Tipicamente Melfi”. Probabilmente l’unico locale aperto la domenica mattina e così siamo entrati, con l’intenzione di acquistare alcune confezioni di calzoncini, dolcetti tipici del luogo, che mia mamma mi ha sempre rammentato. A gestirlo abbiamo incontrato una ragazza dolcissima, che ci ha spiegato che quei dolci, se originali, si fanno con le castagne e l’estate non è di certo il periodo giusto. Così, per fare due chiacchiere, visto che i dolcetti non li ho trovati, butto lì anche con lei la storia della foto e parlando dico i cognomi dei miei nonni. Milly, così si chiama la nostra protagonista, al pronunciare del cognome di mia nonna cambia faccia. Anche nella sua famiglia c’è questo cognome, vuoi vedere che… E così, senza perdere tempo, si attacca al telefono e non smette di parlare con tutti i parenti fino a quando non ci organizza, una mezz’ora più tardi, un incontro con un suo anziano zio, certa che lui saprà ricostruire il legame che stiamo cercando. Così, con lo zio e altri parenti ci siamo fatti una bella chiacchierata, ed anche se alla fine della storia non siamo riusciti a capire se con Milly e i suoi simpaticissimi zii siamo veramente parenti (a parte il comune cognome) abbiamo conosciuto delle persone speciali che senza sapere nulla di noi ci hanno accolto con l’allegra ospitalità tipica del sud, delle persone con il cuore…ed io ho deciso che loro sono i miei parenti a Melfi! Infine, prima di salutarci, ci siamo scambiati i numeri di telefono ed ora li aspettiamo per la prossima estate in visita in Toscana…come dei veri parenti “di laggiù”!!

Giochi e Curiosità: il Castello di Melfi.

Dopo mille saluti ai nostri nuovi amici melfitani, siamo arrivati nel tardo pomeriggio a Monticchio presso l’unico campeggio della zona (Camping Europa).

Più che un campeggio è un’area attrezzata piuttosto spartana e decisamente troppo cara, che però permette di parcheggiare nel boschetto in riva al lago immersi nella natura, di fronte ad un panorama meraviglioso. La sera il proprietario ci ha lasciato le chiavi e ci ha detto di chiamarlo se succedeva qualcosa (!?!) …così, un po’ perplessi, dopo le sette siamo rimasti solo noi, il cigno del lago e due simpaticissimi cuccioli bastardini che qualche delinquente durante la giornata ha deciso di abbandonare qua. Sceso il sole, intorno a noi è tutto buio e a tarda notte, terminate le musiche dei ristoranti che si sentivano in lontananza, sul lago il silenzio è assoluto. 

La serata è l’ideale per qualche avventurosa storia di briganti e così arriviamo all’ora della nanna romanzando sullo spietato Carmine Croco, su Filomena Pennacchio, tanto bella quanto pericolosa, sulla storia d’amore e gelosia di Giuseppe Schiavone e Rosa Giuliani e ci immaginiamo i bivacchi qua intorno, i sentieri con i trabocchetti e le grotte nascoste dietro le fronde…

Giochi e Curiosità: Briganti e brigantesse, Filomena Pennacchio.

Lunedì 6 Agosto Monticchio – Rionero in Vulture – Venosa

Stamattina sveglia comoda, partiamo dopo una tranquilla colazione per una breve escursione lungo il sentiero che gira intorno al lago. Partiamo attrezzati da trekking, ma in realtà il percorso è una vera passeggiata in piano, lungo un camminamento tutto asfaltato, costellato di vecchie costruzioni perlopiù dismesse che un tempo sono stati  ristoranti e negozi di souvenir. C’è la possibilità di fare una gita sul pedalò o sulla carrozza con i cavalli, ma noi come sempre optiamo per il “cavallo di S.Francesco” anche perché la camminata è brevissima e semplice. Lungo il percorso si incrocia subito l’abbazia di San Michele, molto suggestiva, costruita intorno ad una prima chiesa rupestre oggi inglobata nell’edificio. All’interno è anche allestita un’esposizione di modellini di chiese in legno che è piaciuta molto alle bimbe. Nel giro di un’oretta eravamo nuovamente in prossimità  del campeggio. All’interno del bosco sono previsti comunque diversi sentieri con varie difficoltà, probabilmente molto più divertenti del giretto in tondo che abbiamo fatto noi. A parte i paesaggi molto belli, la zona è sostanzialmente in stato di abbandono e ci lascia un po’ l’amaro della malinconia. Decidiamo quindi di ridurre la nostra sosta, inizialmente prevista di due notti. Poiché veniamo via e non paghiamo la seconda notte, non abbiamo diritto all’acqua calda (!!) che viene disattivata subito dal poco simpatico gestore, cosa che scoprono le bimbe quando sono ormai sotto la doccia ghiacciata…io fortunatamente me la svigno ancora asciutta, puntando ad una calda doccia sul camper.

https://www.parcovulture.it/turismo/cultura-e-tradizioni/293-i-rifugi-dei-briganti.html

Appena fuori dal campeggio ci fermiamo per un pisolino all’ombra, ripartiamo poi verso Rionero, dove abbiamo fissato un tour enogastronomico presso Cantine del Notaio.

Scopriamo con la nostra guida che Rionero possiede oltre 1200 cantine sotterranee, scavate nel tufo vulcanico nel XVII secolo da profughi albanesi e dai francescani. All’interno è garantita una costante umidità dal tufo ricoperto da una speciale alga, una materia semitrasparente che ricopre quasi interamente le pareti di roccia. Al termine della visita assaggiamo tre etichette, una migliore dell’altra, le bimbe come sempre brindano con acqua, sgranocchiando un bel cestino di taralli fragranti. Rientriamo in camper con il bagaglio pieno di una nuova bellissima esperienza e diverse bottiglie di ottimo vino!

Poiché abbiamo tempo andiamo dritti a Venosa, presso una nuovissima area di sosta appena fuori paese. Il proprietario, Alessandro, ci propone di farci da navetta e così approfittiamo per fare una passeggiata di sera e restare a cena fuori.

Mangiamo benissimo al ristorante D’Avalos, che tra l’altro propone un menù tipico completamente senza glutine, addirittura con pasta fresca fatta in casa. Memorabile!

Martedì 7 Agosto Venosa – San Fele

Ormai viziati dalla deliziosa cena, stamattina decidiamo di fare colazione in pasticceria. Chiediamo consiglio ad Alessandro, nel breve viaggio dall’area di sosta alla città, e scopriamo con   disperazione che qui le colazioni si fanno fino al massimo alle otto e mezza e che ormai alle nove non troveremo più nemmeno un bignè. Lui prova anche a chiamare una pasticceria che conosce ma che purtroppo gli conferma di non avere più nulla…

Così ci avventuriamo in città a stomaco vuoto. Ormai abbiamo capito che sui pasti ogni luogo è paese a sé: se in Scozia le cucine chiudono entro le sette di sera e in Andalusia non si trova niente di aperto fra le due e le cinque del pomeriggio, oggi scopriamo che a Venosa si può  cenare fino oltre la mezzanotte, ma se vogliamo la colazione la dobbiamo fare all’alba!

Ma noi non ci arrendiamo e tentiamo ancora. Un signore ci indica un bar grazioso proprio nella piazza dove è posta la statua del poeta Orazio, cui Venosa ha dato i natali. Oltre ad alcuni tavolini all’aperto, il bar dispone ancora di un paio di krapfen ripieni e qualche brioche che ci prendiamo noi…i prossimi avventori dovranno passare direttamente all’aperitivo!

Proseguendo dalla piazza lungo la strada principale troviamo la casa di Orazio, la Chiesa di San Domenico e la fontana di Messer Oto. In tutta la città sono poste delle targhe con i bellissimi versi di Orazio Flacco quindi, che si sia ripassata o meno l’antologia classica, camminando per le caratteristiche stradine ci si può deliziare con la leggerezza epicurea e un attimo dopo trovarsi a riflettere malinconicamente sul trascorrere della vita…e pensare ancora una volta quanto queste parole scritte duemila anni fa siano ancora straordinariamente attuali. 

Ancora più avanti si trova la bellissima Chiesa della Trinità, con annesso il Parco Archeologico (chiuso il martedì mattina, la nostra solita fortuna…). All’ingresso della chiesa cerchiamo la colonna dell’amicizia. Secondo un’antica leggenda, infatti, girare  intorno a questa colonna tenendosi per mano garantisce un’amicizia eterna. Buttiamo in un angolo tutti i nostri zaini e ci divertiamo a girare intorno alla colonna a due a due, poi tutti insieme, famiglia formato amicizia! Poi ripartiamo, ridendo come matti, e torniamo indietro lungo tutta la strada fino ora percorsa, direzione Castello. 

Ci fermiamo solo un momento in farmacia, per acquistare dei cerotti per Asaria e solo qui ci rendiamo conto che la nostra spensieratezza è stata forse un po’ eccessiva, tanto che abbiamo dimenticato il marsupio con cellulare, portafoglio e chiavi del camper all’ingresso della chiesa, accanto alla nostra colonna dell’amicizia. Michele è dovuto tornare indietro di corsa e fortunatamente anche questa volta abbiamo incrociato persone oneste e gentili. Qualcuno aveva riportato lo zaino in sagrestia, dove il parroco ci attendeva con tutti i nostri averi!

Nel frattempo io e le bimbe abbiamo raggiunto il castello, anche questo purtroppo chiuso il martedì mattina. Tuttavia abbiamo potuto visitare alcune sale aperte da volontari, tra cui una sala con video e musiche di Gesualdo da Venosa, che è piaciuta molto alle bimbe.

Proprio durante la visita al castello ci chiama la nonna, per darci la notizia dall’ospedale…tutto negativo! Siamo così euforici che decidiamo di rimanere a pranzo fuori…quindi, aperitivo in piazza e pizza verace alla pizzeria sotto i portici (solo con glutine, ma per me hanno rimediato un’enorme bufala con un tagliere di affettati locali) il tutto annaffiato con svariati brindisi per la nonna!

Rientriamo in camper nel primo pomeriggio, salutiamo Venosa e ripartiamo verso San Fele. 

Appena arriviamo vediamo un bel cartello con le indicazioni per sosta camper…la strada di accesso ci sembra un po’ troppo in pendenza, tuttavia le indicazioni sono chiare e noi ci avventuriamo nella discesa. Ma non appena proviamo a scollinare, il rumore agghiacciante di qualcosa che raschia in terra ci blocca. Ci blocchiamo e torniamo indietro a retromarcia, ma ormai il danno è fatto. La telecamera posteriore penzola tristemente sul retro del camper e nel frattempo tutti i vecchietti del paese ci hanno letteralmente circondato. Ma non appena capiscono che il borgo di San Fele è  salvo e il danno è solo nostro, ci indicano subito dove andare: il paese nuovo non ha alcun tipo di attrezzatura per i camper, tuttavia ci lasciano sostare nel parcheggio di una vecchia scuola diroccata, dove questi giorni alloggia anche un gruppo scout. 

Anche stasera brindiamo nuovamente con un aperitivo e così preoccupiamo Alice, divenuta ormai la moralizzatrice familiare, che ci ripete più volte che non bisognerebbe bere più di un bicchiere di vino al giorno…quindi dopo aver tentato inutilmente di far passare lo spritz come succo di frutta, rientriamo al camper per la cena. Domattina rientriamo nei ranghi, perché ci aspetta il primo vero trekking della vacanza!

Mercoledì 8 Agosto San Fele – Lagopesole

Stamattina ci svegliamo abbastanza presto e troviamo una prima colazione speciale: Michele è uscito prestissimo per fare qualche foto e ha trovato i sospiri, dolcetti glassati e ripieni di crema (diabete assicurato ma alle bimbe piacciono moltissimo) e una focaccia speciale, croccante fuori e sofficiona all’interno a forma di ciambella, tipica di San Fele.

Dal paese nuovo, scendendo per la ripida discesa (quella che ci ha grattato via la telecamera di posizione da sotto al camper) si raggiunge l’inizio del percorso che incrocia le varie cascate accessibili, cinque su dieci, messe in sicurezza da un gruppo di volontari. Lungo il percorso incontriamo i volontari dell’associazione U’Uatteniere, intenti a controllare lo stato dei sentieri, che ci raccontano dell’immenso lavoro fatto e da fare quotidianamente per proteggere e valorizzare questo ambiente naturalistico meraviglioso. Noi, con le nostre due piccole escursioniste, impieghiamo dalle nove all’una circa per percorrere tutto il sentiero andata e ritorno, da San Fele fino alla Cascata Paradiso, con pausa merenda e pranzo al sacco inclusi. La camminata è semplice e molto suggestiva e i coraggiosi che non soffrono il freddo possono addirittura fare il bagno nei bozzi. Noi abbiamo portato costumi e asciugamano, ma ci abbiamo ripensato non appena abbiamo inzuppato il primo dito.

Nel pomeriggio visitiamo il paese arroccato di San Fele. Il minuscolo borgo è delizioso, si nota subito che c’è una cura costante, le stradine lastricate sono in ordine, molte case ben ristrutturate. Se negli anni passati il paese è stato purtroppo abbandonato, oggi il futuro è percepibile in ogni angolo. Ci fermiamo in una piccola pasticceria per un caffè. Dietro il bancone c’è uno striscione di stoffa azzurra con su scritto “W San Fele, una scelta di vita”.

Ripartiti da San Fele ci fermiamo a Rapone giusto per fare c/s (presso un’ara di sosta comunale pulita e ben organizzata) il paesino ospita feste a tema fiabesco, ma il tempo stringe e noi abbiamo ancora un paio di mete in programma, Lagopesole e Acerenza.

Raggiungiamo per cena l’area di sosta presso Lagopesole. Basta chiamare il numero sul cancello e vengono ad aprirci. L’area è un largo spiazzo dietro alcuni capannoni nell’immediata periferia del paese, vista castello. Ma anche se l’area ci sembra isolata, nemmeno stasera riusciamo a sfuggire  alla festosità del meridione. Il proprietario mi comunica con un po’ di imbarazzo che proprio stasera ha affittato uno degli spiazzi per uno stage di…Zumba! Non abbiamo alternative, quindi rinunciamo al silenzio e ci uniamo all’allegra compagnia, guidata nientedimeno che da Kelly Roberts, un simpaticissimo ballerino americano finito per amore in provincia di Potenza. E così anche noi e le bimbe si balla fino a notte fonda! 

Giovedì 9 Agosto Lagopesole – Acerenza – Pomarico

Il castello di Lagopesole non solo è bellissimo, ma anche organizzato molto bene, con la possibilità di una visita guidata interattiva che coinvolge grandi e piccini. All’interno ci sono tre percorsi, il castello, il camminamento di guardia con un piccolo museo archeologico e infine il museo dell’emigrazione lucana.

Usciamo verso mezzogiorno e, per non perdere tempo con il pranzo, in un negozietto sulla strada d’ingesso di Acerenza, acquistiamo una burrata, pecorino di Moliterno e salsiccia lucana che mangiamo su una panchina all’ombra, con vista sulla campagna potentina…Lucania’s fast food!

Acerenza è un borgo delizioso, curato e vivo, che si snoda fra stradine arrampicate e splendidi panorami. Facciamo una breve passeggiata e visitiamo l’imponente chiesa madre, ripartiamo però a metà pomeriggio perché vogliamo arrivare con la luce a Pomarico, paese natale dei miei suoceri, che ci attendono per proseguire insieme la vacanza.

Giochi e Curiosità: Castello di Lagopesole. Il pianto della regina.

Venerdì 10 Agosto Pomarico

Come da tradizione, una volta parcheggiato il camper in una stradina senza sfondo sotto casa di Giancarlo, un cugino di Michele che sempre gentilmente ci ospita, iniziamo il tour obbligato dei parenti: cinque o sei zie e svariati cugini, posizionati da una parte all’altra del paese e da incontrare secondo differenti orari…le nonnette il primo pomeriggio fanno il pisolo, i ragazzi la mattina dormono e la sera escono, le zie più giovani addirittura ci fanno trabocchetti uscendo senza preavviso per commissioni…quindi noi corriamo da una parte all’altra del paese, chiamando l’uno e l’altro, perché dio non voglia che ci si scordi un parente! 

Finito il primo giro di parenti (che proseguirà nei prossimi giorni durante i quali via via saluteremo tutti dal primo fino almeno al quarto grado) iniziamo la seconda parte della vacanza, nella quale vogliamo visitare paese e dintorni.

In tarda mattinata ci ha raggiunto una coppia di amici con i loro bimbi. Anche loro sono già stati con noi a Pomarico per la festa del Patrono qualche anno fa ma ci sono ritornati attratti forse un po’ dall’amicizia, un po’ dalle golose salsicce locali e un po’ da quell’aria un po’ lenta e scanzonata che si respira al sud e che fa sempre tanto vacanza relax… Poiché siamo tutti stanchi, oggi pomeriggio ci prendiamo qualche ora di riposo e poi tutti a cena insieme con nonni e cugini a mangiare gli “ ‘gnumureddi”, involtini di interiora di agnello che qua viene arrostito direttamente dalla macelleria, e poi olive fritte, peperoni cruschi, mozzarelline…insomma robina giusta giusta  per noi che dobbiamo recuperare le forze e proseguire la nostra esplorazione di questa splendida regione!

Giochi e Curiosità: Pomarico, San Michele e il miracolo del grano.

Sabato 11 Agosto Pomarico – Matera

Stamattina sveglia comoda poi con i nostri amici facciamo una camminata tra le stradine di Pomarico. Il paese, in parte ristrutturato negli ultimi dieci anni, si arrampica su un colle a circa 400 metri, con una struttura in parte simile al sasso barisano di Matera, molte case infatti sono parzialmente sotto strada o parzialmente scavate. Salendo in alto fino al vecchio monastero (di cui purtroppo non rimane praticamente più nulla se non il toponimo ad indicare la zona, che qui le persone chiamano u’castedd), si trova un hortus conclusus, nel quale mi sembra si sia tentato di ripiantare le erbe officinali originarie. Infine, nel punto più alto, rivolto verso la strada principale del paese, recentemente è stata posta la statua di un Cristo benedicente, in vero e proprio stile Rio de Janeiro. Irresistibile per noi la voglia di arrampicarci per una foto di gruppo. Tutti in posa  benedicenti accanto alla statua mentre giù in paese si è già attivato il telefono senza fili che ribatte la notizia dei “forestêri” un po’ matti che si sono arrampicati accanto alla statua del santo: così dopo pochi minuti il cellulare di mio marito squilla, sono i parenti che ci domandano che stiamo combinando…e noi ci sentiamo già felicemente integrati nei pettegolezzi della vita di paese!

Pranziamo tutti insieme da mia suocera (che secondo me si sta già pentendo dell’ospitalità che ci ha offerto) e nel pomeriggio andiamo a visitare Matera. 

Siamo già stati in questa splendida città e di volta in volta abbiamo visitato vari punti: con le bimbe piccolissime abbiamo fatto un divertentissimo giro fra i Sassi scorrazzando su e giù a bordo di una vecchia ape; qualche anno dopo, con Asaria a piedi e Alice nello zaino da trekking, ci siamo arrampicati sul pendio di fronte alla città per visitare le antiche grotte e le chiese rupestri. Oggi invece faremo solo una passeggiata nella città esterna, perché il nostro programma prevede di avventurarci nella Matera sotterranea: abbiamo prenotato la visita al Palombaro Lungo, visitabile solo su prenotazione. Si tratta della più grande cisterna idrica della città, posta proprio sotto la piazza principale, riscoperta casualmente solo nel 1991, in occasione di alcuni lavori di ristrutturazione della piazza Vittorio Veneto.

Usciamo da sottoterra giusto in tempo per uno splendido tramonto sulla gravina. Per cena siamo al ristorante “Oi Marì”, che propone piatti tradizionali rivisitati in chiave moderna ma rigorosamente con prodotti tipici e dove sono disponibili anche opzioni senza glutine.

Giochi e Curiosità: Matera e l’acqua.

Domenica 12 Agosto Craco – Tursi – Miglionico

Con i bambini nei giorni scorsi abbiamo parlato di Craco, il paese fantasma, completamente abbandonato negli anni ottanta dalla popolazione per il pericolo di frane e rimasto praticamente intatto. Stamattina partiamo armati di cappellini per il sole e torce per scovare i fantasmi nel buio delle case abbandonate. Il paese si può visitare solo attraverso una visita guidata organizzata dall’associazione del Comune. Facciamo i biglietti e ci soffermiamo qualche minuto all’ombra in attesa del nostro orario del tour, previsto appena dopo una ventina di minuti.  Non appena ci fermiamo a sedere una signora si avvicina e si siede accanto a noi. Si presenta subito: è Orlandina, una vecchia abitante di Craco, trasferita nelle prime case fuori paese subito dopo la frana. Ha una voglia matta di parlare e Irene logicamente non si lascia sfuggire l’occasione e le dà corda. Così raccogliamo il racconto di una versione non ufficiale, e un po’ complottista, della storia della frana: secondo Orlandina si tratta di una grande farsa, tutta organizzata per invidia da un “comunista”  che per dispetto una notte ha aperto la cisterna dell’acquedotto, allagando il paese e provocando appositamente smottamenti con la precisa intenzione di rovinare le belle case dei “democristiani”. La storia raccontata dalla nostra amica è una teoria fascinosa perché discorda con l’ufficialità, ma ovviamente ci lascia molto perplessi. Salutata Orlandina, raggiungiamo il paese, dove un ragazzo ci raggruppa all’ingresso e ci guida attraverso le strade deserte. Siamo un gruppo di circa trenta persone, un numero giusto per riuscire a seguire bene le spiegazioni ma anche per disperdersi un pochino rispetto allo sguardo attento della guida e avventurarsi indisturbati qualche minuto. Alice e Michele si regalano così una piccolissima avventura soli soletti per fotografare un interno…prima di essere richiamati quasi immediatamente all’ordine! All’uscita chiedo alla guida la conferma della storia di Orlandina e, con mia grande sorpresa, la guida non la smentisce. In effetti ci sembra che qualcuno abbia vuotato le cisterne piene del paese, accentuando enormemente i già noti problemi idrogeologici…chissà che Orlandina avesse visto lungo, d’altronde, come si dice da queste parti: “voce di popolo, voce di Dio”!

Per pranzo ci siamo portati focaccia e affettati e li mangiamo in uno sparuto boschetto con vista sul paese. Anche il chiosco fuori città non ci delude: ci prendiamo un caffè e un ghiacciolo, chiacchierando nientedimeno che di “politica” con un avventore. Evidentemente una cittadinanza con molto da dire, il tutto urlato a squarciagola per sovrastare il sottofondo musicale della banda del paese che oggi svolge le prove in strada!

Nel primo pomeriggio raggiungiamo Tursi. Purtroppo ci rendiamo conto subito di essere arrivati troppo presto, sono le 14 e 30 e la chiesa principale apre dopo le quattro. Quindi ci facciamo un giro per le stradine della Rabatana (dall’arabo Rabhàdi-borgo) l’antico quartiere arabo giusto per scattare qualche foto e lasciamo che i bimbi giochino un po’ a schizzarsi con l’acqua di una fonte perché oggi fa veramente caldo! Ma ormai siamo stanchi, per cui decidiamo di non aspettare oltre e tornare indietro. 

Per cena raggiungiamo i parenti per una pizza tutti insieme a Miglionico. Anche qui c’è un bel castello, nel quale in questi giorni sono stati allestiti vari spettacoli. Il paese è mantenuto molto bene e soprattutto qui stasera si riesce a respirare un po’ di vita: le persone sono in strada per chiacchierare, passeggiare e vediamo qualcuno addirittura in tenuta da jogging; caffè e gelaterie, pizzerie e ristoranti, negozietti di souvenir, tutto è aperto. Dopo questi giorni nel silenzio di Pomarico e la visita odierna alle città fantasma, Miglionico sarà anche piccino ma mi sembra New York…

https://www.basilicataturistica.it/scopri-la-basilicata/arte-e-cultura-in-basilicata/castelli-della-basilicata/castello-malconsiglio/

Giochi e Curiosità: Miglionico e il Castello del Malconsiglio.

Lunedì 13 Agosto Quarantotto (Lido)

Dopo la giornata impegnativa di ieri stamattina lasciamo dormire un pochino i bambini e ci ritroviamo in tarda mattinata. I nostri ragazzi ormai conoscono ogni stradina e si divertono a girare da soli per il paesino, un’esperienza nuova che in città è difficile poter fare. Noi grandi invece ci troviamo per un aperitivo ai tavolini in piazza del gettonatissimo Caffè Marchese e partiamo per il mare subito dopo pranzo. Lido Quarantotto oggi è una vera e propria riviera, con cabine, bar e ombrelloni, molto lontano dai ricordi di  immagini di spiagge deserte che racconta nostalgico mio marito. Il mare sinceramente non è un gran che, sicuramente l’acqua sarà pulita ma la presenza delle alghe e la temperatura tiepidina mi fanno pensare un po’ al minestrone…

Oggi comunque la giornata è meravigliosa e nulla ci impedisce di fare un bel bagno e di giocare con la sabbia. Scopro oggi con grande ammirazione le doti da architetto del nostro amico Gianni, che ci coinvolge tutti nella costruzione di un enorme castello di sabbia, con tanto di torrione, bastioni e fossato. La sera restiamo a cena al bar del Lido del Sole, che la sera diventa un piccolissimo ristorante, perché il pesce mangiato sul mare, proprio con i piedi nella sabbia, ha veramente il sapore dell’estate!

Martedì 14 Agosto Pietrapertosa 

Oggi è una giornata speciale, di quelle che si aspettano con impazienza e timore. Stamattina Irene, Gianni e Michele si lanceranno con il famoso Volo dell’Angelo, un’attrazione un po’ spericolata che consiste nel lanciarsi nel vuoto, sospesi ad un cavo d’acciaio teso fra i monti di Pietrapertosa e Castelmezzano. Io sono la solita fifona, non ne ho voluto sapere e così, insieme a mio suocero che non vuole perdersi l’evento, mi sono offerta di guardare i bambini. Devo dire che una volta arrivati al punto di partenza, vedere la perfetta organizzazione e l’attenzione con la quale tutto viene preparato, mi ha decisamente tranquillizzato e anzi, quasi quasi se ci fosse stato posto forse mi sarei lanciata anche io… o forse no. Invece niente e nessuno è riuscito a tranquillizzare il piccolo Tommaso, che ha continuato ininterrottamente dalla prima mattina fino addirittura al momento del lancio a cercare di convincere la mamma Irene a non andare…un piccolo incubo di bambino.

Malgrado tutte le ansie il volo è stato bellissimo o almeno così mi raccontano! 

Nel frattempo io, Leonardo e i bambini abbiamo fatto due passi in paese e merenda. Passeggiando abbiamo incontrato un vecchietto che ci ha insegnato un modo antico di preparare i sacchetti profumati di lavanda: senza i sacchetti ma creando una sorta di gabbietta intorno ai fiori con i loro stessi steli! 

Per pranzo abbiamo organizzato di nuovo un pic-nic con pane fresco e affettati tipici, in un boschetto all’inizio di un sentiero che sale fino ad una delle punte di roccia che incorniciano il paese. Dopo mangiato ovviamente ci siamo arrampicati fino in cima come otto caprette, per raggiungere le punte di roccia forata che danno il nome alla città: Pietrapertosa, ovvero pietra forata. Distrutti, trascorriamo la sera a Pomarico con il classico aperitivo in piazza. Oggi è un’occasione molto speciale, perché festeggiamo il compleanno della nostra piccola amica Vittoria. Per lei, che è nata a metà agosto e oggi festeggia nel caldo torrido del sud, Adriana (la nostra bis cugina ormai famosissima per i suoi splendidi dolci) ha preparato una bellissima torta tutta decorata di splendidi…fiocchi di neve!! Sarà anche agosto ma a sette anni il castello di ghiaccio di Frozen è imbattibile…

Mercoledì 15 Agosto Pomarico

Festa grande per Santa Maria! Tutti vestiti a festa oggi si va al ristorante per il tipico “pranzo da matrimonio” quindi oltre a mangiare siamo pronti a lanciarci in danze sfrenate!

Purtroppo la giornata non è delle migliori perché da ieri il tempo si è un po’ sciupato, ma niente ci spaventa, io e Irene vogliamo ballare e balleremo nonostante la pioggia. Non appena arrivati i bambini si lanciano nel parco giochi e nel tempo di dieci minuti l’acconciatura delle mie  bimbe si è trasformata in uno scompiglio che svolazza allegro intorno ai loro sorrisi…va beh, prendo le distanze dalle mie due piccole zingare  e cerco di tenere alto l’onore della famiglia sorridendo a destra e a manca. Qui il pettegolezzo è il vero protagonista della giornata, tutti sanno tutto di tutti, quindi si passeggia raccontando più o meno amabilmente i fatti degli altri. Dopo pochi passi so già molti nomi, svariate storie piccanti e crisi d’amore di almeno metà dei presenti.

L’epocale pranzo inizia all’una e termina verso le sei del pomeriggio. In realtà non mangiamo troppo (insomma…) ma le portate qui sono inframmezzate da balli, canti e passeggiatine. Noi non ci tiriamo certo indietro e ci lanciamo nelle danze al frenetico ritmo di …”o’sarracino”!

Giovedì 16 Agosto Metaponto

Anche stamattina riposo, per cui ci alziamo con calma e pranziamo tutti insieme a casa di nonna Grazia. Anche se il tempo minaccia pioggia decidiamo comunque di tentare un’altra giornata al mare. Andiamo a Metaponto, Lido Tartaruga. Il lido è delizioso, si tratta di una striscia sottile di sabbia incastrata tra la duna ed uno splendido mare blu. Purtroppo il meteo non è migliorato e noi riusciamo ad avere appena il tempo di stendere gli asciugamani e fare un bagno prima dell’arrivo del temporale, con tanto di nuvoloni neri e goccioloni da mezzo litro l’uno.

A grandi e piccini è ormai evidente che la giornata di mare non potrà avere futuro per cui ripieghiamo sulla vacanza culturale ed andiamo al Museo Archeologico di Metaponto. 

Come sempre i nostri bambini ci stupiscono per la loro attenzione e per l’interesse che mostrano per ogni cosa. Il museo in effetti è ricco e ben organizzato ma non essendo particolarmente grande è a misura di bambino e lo si può visitare tranquillamente in un paio di ore.

 Scaricando l’app guida inoltre i bambini potranno fare la visita con un accompagnatore d’eccezione –www.almuseoconpitagora.it 

A pochi chilometri di distanza, incorniciati da splendidi oleandri rosa, ci fermiamo a visitare i resti di un tempio dorico. Sono le cosiddette Tavole Palatine o “Scuola di Pitagora”, in memoria del grande filosofo che fondò proprio in queste terre la sua scuola. 

Giochi e Curiosità: Le Tavole Palatine.

Venerdì 17 Agosto Fasano – Alberobello

Oggi è il nostro ultimo giorno di viaggio e domani affronteremo un lungo rientro. Perciò, malgrado le tante meraviglie che potremmo ancora visitare nei dintorni di Matera, preferiamo assecondare i bambini  e regalarci una giornata di divertimento nel più grande Parco Faunistico italiano, lo Zoo Safari di Fasano. Qui oltre al classico Safari in auto, divertentissimo, si possono visitare a piedi e con il trenino tante aree dedicate a vari animali. Ma la zona che ci è piaciuta di più è stata il villaggio delle scimmie. A bordo di un trenino protetto da una gabbia ci si avventura in una zona abitata da centinaia di questi animaletti scatenati, che in pochi secondi ci circondano, afferrano le noccioline e spariscono all’improvviso come sono apparse. Per il pranzo ci fermiamo nell’area ristoro che è molto ben organizzata, trovo anche dei piatti tipici già pronti senza glutine, per esempio “fave e cicorie”: vegano, senza glutine e anche caloricamente approvato dalla dietologa! 

Nel pomeriggio ci affacciamo nel vicinissimo Alberobello, il paese dei trulli. Queste costruzioni sono sparse un po’ per tutta la campagna circostante, ma qui c’è un intero paesino con le pittoresche casettine in pietra dal tetto a forma di cono. Passeggiando fra le stradine giochiamo a indovinare il significato dei misteriosi segni che sono dipinti sui tetti con i nostri quattro piccoli maghetti appassionati di formule magiche ed Harry Potter. 

Stasera dobbiamo salutarci e ci consoliamo con un ultima merenda a base di panino con le bombette, il tipico fast food di Alberobello!!

Giochi e Curiosità: Alberobello e la magia. 

Sabato 18/Domenica 19 Pomarico – Cerveteri – Castiglioncello

Salutati tutti i parenti e caricato il camper di tutte le delizie che le zie sono riuscite a pigiarci dentro, subito dopo pranzo ripartiamo verso casa. Il viaggio è lungo e noi approfittiamo della comodità del camper per riposare una notte a metà strada (area sosta Cerveteri) e ripartire riposati la mattina. 

Per pranzo al ritorno ci aspetta come sempre nonna Maria. Noi le portiamo ogni volta qualche golosità dalle nostre giratine nel mondo e lei contraccambia preparandoci qualche specialità toscana…perfetto secondo me, perché nella vita ed in cucina il pentolone migliore è sempre il melting pot

Simona Gelardi

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